Cosa dire
di più di tutte le analisi e discussioni che si incrociano sui mezzi di
informazione di tutta Europa? Forse solo le parole raccolte dagli amici che
abbiamo qui.
Dice Nikos,
capitano di nave ora in pensione 'Io sono per il sì, ma voterò no'. E forse
riassume perfettamente il dilemma. Sì per l'Euro, sì per l'Europa, sì per un
accordo comunque necessario, ma no perché non esiste una alternativa politica a
Tsipras, e se vince il 'sì' si andrà di nuovo ad elezioni politiche più incerte
e pericolose che mai. Inoltre le forze politiche e le personalità politiche che
ora sostengono il sì sono quelle responsabili della situazione finanziaria ed
economica in cui si trova la Grecia.
Sicuramente
no, dice un altro Nikos molto più giovane, perché c'è in corso in Europa un
gioco pesante che vuole far cadere i governi orientati a sinistra, e se cade la
Grecia ci sarà un effetto 'domino' in tutta Europa, a partire da Spagna ed
Italia.
Io voterò
sì, dice Panaghiotis, lavoratore autonomo, grafico pubblicitario, intanto
perché non sono assolutamente d'accordo sul referendum: Tsipras doveva
prendersi lui la responsabilità di decidere, era il suo compito di governante,
è lui che ha gli elementi per poter decidere. Poi la vittoria del 'no' porterà
ad una paralisi economica ancora più drammatica, tutto il lavoro che ho fatto
in questi anni andrà bruciato.
Marina, che
lavora in un albergo, ci dice che ha il cuore stretto: 'Non sappiamo più cosa
sia la Grecia, e dove sia la Grecia'; con i turisti, naturalmente, deve
mostrare un aspetto sereno, allegro, ma le è davvero molto, molto difficile.
Christiana,
antropologa, insegnante di ballo e di lingua ci dice che tutti 'stanno
giocando', e che questo 'gioco' interminabile è diventato davvero faticoso da
sopportare. Lei però non si sente depressa, e fonda il suo stato d'animo in
questo: le generazioni che ci hanno preceduto, dice, hanno passato cose
peggiori, la guerra, la fame. Quindi ce la faremo anche noi, e alcune cose non
ce le possono comunque togliere. Accenna alla bellezza della musica, della
natura che abbiamo intorno nel momento in cui stiamo parlando, al clima di
amicizia che circola tra le persone che con lei stanno seguendo un seminario di
canto.
Teodosia
racconta un breve scambio sentito in paese: 'Andiamo in compagnia a Raxes
stasera?' (Raxes è un villaggio ricco di vita notturna) 'A bere qualcosa?'
chiede uno... 'No, a cercare benzina'. Molti stanno infatti riempiendo non solo
i serbatoi delle auto, ma taniche di scorta. Teodosia si dice invece tranquilla
'Non ho ancora prelevato un euro al bancomat, e non sto facendo scorta di
benzina...'
Teodoro,
architetto, libero professionista affida i suoi pensieri a Facebook:
'Andiamo
bene… stasera ci saranno fianco a fianco ad Atene una manifestazione per il
'Sì' e una manifestazione per il 'No'. Vogliono farci diventare come
l'Ucraina?'
E poi: 'Quando
vedo quali sono i politici che sostengono il 'Sì' corro verso il 'No', Poi
quando vedo che per il 'No' c'è Alba Dorata ci ripenso molto seriamente…'
'Questo
referendum è come se un ingegnere affidasse ai proprietari di una palazzina la
decisione su quali materiali e tecniche usare per costruirla'
La nostra
emozione? I governi greci hanno avuto enormi responsabilità, e il popolo greco
è stato largamente connivente con politiche clientelari e tolleranti verso un
sistema molto diffuso di corruzione e di evasione dalle tasse. Inoltre Tsipras
ha sicuramente vinto le elezioni perché ha promesso cose che sapeva assai bene
di non poter mantenere. Ma l'Europa ha spinto cinicamente la Grecia in un
vicolo sempre più cieco, senza possibilità di uscita. Per quale scopo? Per
quali interessi? Solo per cecità? Inoltre, con tutti i difetti che gli si
possono attribuire, se Tsipras non si fosse spinto a promettere quel che non
poteva dare, c'era pronta una deriva a destra pesantissima, con un partito
neo-nazista già al 12% e pronto ad allargare ulteriormente il suo consenso tra
le persone più povere.
Alla Grecia
serve una spinta per riaprire l'economia, e all'Europa 'politica', all'Europa
'dei popoli' serve che la Grecia non collassi, che ce la faccia.
l'Europa
potrebbe ben permettersi di pagare qualche prezzo per questo obiettivo, o no? A
meno che gli obiettivi non siano altri, e che per questi obiettivi serva
proprio la caduta del governo Tsipras, per segnare uno 'stop' a qualunque
ipotesi di spostamento a sinistra degli Stati europei.
(Paola
Pierantoni e Ivo Ruello - foto degli Autori)
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