Nella mestizia generale che, come una cappa, avvolge Genova per agenti, non solo atmosferici, può strappare un sorriso la lettura dei quotidiani.
Due interventi meritano la palma per originalità.
Il primo è del sindaco Marco Doria che, intervistato dal Secolo XIX, sulla vicenda Costa dichiara “siamo di fronte ad una società che non ha nessun affetto per Genova”, “una multinazionale le cui scelte sono totalmente anaffettive” . La mente cerca di ricordare quali aziende, negli ultimi anni, abbiano dato prova di un coinvolgimento che non fosse spinto dal profitto o dagli interessi economici. La stessa Costa, azienda in mano ad una storica famiglia genovese, è stata ceduta dalla proprietà ad una società americana anteponendo interessi di famiglia ad italianità del brand. Per non parlare del Secolo XIX, quotidiano che ospita l’intervista, probabile vittima di futuri tagli, dopo che la famiglia Perrone ha ceduto il 77% a John Elkann.
E’ un fatto, purtroppo, che la dimensione affettiva ha poco a che fare con le decisioni aziendali e che, spesso, dipende dai lavoratori – Thyssen, Fiat, Indesit, Ilva sono dolorosi esempi– difendere con gli strumenti che hanno il proprio posto di lavoro o quello che ne resta. Alla politica il compito di mediatore serio e l’autorevolezza per valorizzare quello che c’è in risorse, competenze, capacità nelle aziende genovesi magari cercando di conoscere un po’ meglio i diversi contesti ed i problemi delle società che sono chiamati a tutelare.
Il secondo intervento è di Emanuele Piazza, neo-assessore renziano all’Economia e al Patrimonio del Comune di Genova che, intervistato da Repubblica, presenta il suo ventaglio di idee e suggestioni spaziando dal futuro lavoro per gli ex dipendenti ILVA - sono già ex i cassintegrati del siderurgico? - alla Smart City.
Il titolo del pezzo è accattivante: “Il nuovo assessore lancia la città verticale”. Non sembrerebbe una novità visti ascensori, funicolari e passerelle già raccontati da Luzzati in un bellissimo cartone. Ma poi con Piazza, ci si ritrova a Courmayeur, non Genova, nel leggere delle due telecabine che il comune ha nel cassetto. Una, già finanziata “pronta per fine anno” – di cui OLI aveva scritto - che collegherà Erzelli con Cornigliano. Indispensabile, sembra, per sorvolare sui banali problemi di trasporto pubblico che devono affrontare oggi i frequentatori della mitica collina. L’altra con “un progetto mare-monti” – nemmeno fosse una pizza - sarà “una funivia che dall’area del Porto Antico” salirà “fino ai forti”. Chissà dove verranno piantati i piloni di quest’opera accattivante e quale percorso, che non sia sopra le case, verrà tracciato per permettere a cavi e cabine di sorvolare il Centro Storico di Genova per arrivare fino ai monti. Certamente l’assessore terrà informati i cittadini. Per ora basterebbe potenziare la linea dei bus collinari. O riaprire l'ascensore che collega Brignole a Corso Montegrappa.
Ma non ci dovrebbero essere problemi visto che tra piano Junker, dissesto idrogeologico, Erzelli, l’assessore dichiara che arriveranno “circa 500 milioni sulle linee strategiche della città”
Mare e monti. A qualcuno verrà già l’acquolina in bocca.
(Giovanna Profumo - immagine da Internet)
Due interventi meritano la palma per originalità.
Il primo è del sindaco Marco Doria che, intervistato dal Secolo XIX, sulla vicenda Costa dichiara “siamo di fronte ad una società che non ha nessun affetto per Genova”, “una multinazionale le cui scelte sono totalmente anaffettive” . La mente cerca di ricordare quali aziende, negli ultimi anni, abbiano dato prova di un coinvolgimento che non fosse spinto dal profitto o dagli interessi economici. La stessa Costa, azienda in mano ad una storica famiglia genovese, è stata ceduta dalla proprietà ad una società americana anteponendo interessi di famiglia ad italianità del brand. Per non parlare del Secolo XIX, quotidiano che ospita l’intervista, probabile vittima di futuri tagli, dopo che la famiglia Perrone ha ceduto il 77% a John Elkann.
E’ un fatto, purtroppo, che la dimensione affettiva ha poco a che fare con le decisioni aziendali e che, spesso, dipende dai lavoratori – Thyssen, Fiat, Indesit, Ilva sono dolorosi esempi– difendere con gli strumenti che hanno il proprio posto di lavoro o quello che ne resta. Alla politica il compito di mediatore serio e l’autorevolezza per valorizzare quello che c’è in risorse, competenze, capacità nelle aziende genovesi magari cercando di conoscere un po’ meglio i diversi contesti ed i problemi delle società che sono chiamati a tutelare.
Il secondo intervento è di Emanuele Piazza, neo-assessore renziano all’Economia e al Patrimonio del Comune di Genova che, intervistato da Repubblica, presenta il suo ventaglio di idee e suggestioni spaziando dal futuro lavoro per gli ex dipendenti ILVA - sono già ex i cassintegrati del siderurgico? - alla Smart City.
Il titolo del pezzo è accattivante: “Il nuovo assessore lancia la città verticale”. Non sembrerebbe una novità visti ascensori, funicolari e passerelle già raccontati da Luzzati in un bellissimo cartone. Ma poi con Piazza, ci si ritrova a Courmayeur, non Genova, nel leggere delle due telecabine che il comune ha nel cassetto. Una, già finanziata “pronta per fine anno” – di cui OLI aveva scritto - che collegherà Erzelli con Cornigliano. Indispensabile, sembra, per sorvolare sui banali problemi di trasporto pubblico che devono affrontare oggi i frequentatori della mitica collina. L’altra con “un progetto mare-monti” – nemmeno fosse una pizza - sarà “una funivia che dall’area del Porto Antico” salirà “fino ai forti”. Chissà dove verranno piantati i piloni di quest’opera accattivante e quale percorso, che non sia sopra le case, verrà tracciato per permettere a cavi e cabine di sorvolare il Centro Storico di Genova per arrivare fino ai monti. Certamente l’assessore terrà informati i cittadini. Per ora basterebbe potenziare la linea dei bus collinari. O riaprire l'ascensore che collega Brignole a Corso Montegrappa.
Ma non ci dovrebbero essere problemi visto che tra piano Junker, dissesto idrogeologico, Erzelli, l’assessore dichiara che arriveranno “circa 500 milioni sulle linee strategiche della città”
Mare e monti. A qualcuno verrà già l’acquolina in bocca.
(Giovanna Profumo - immagine da Internet)
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