Le “somme urgenze” sono un pezzo del codice degli appalti
che i governi che si susseguono tentano di tenere a freno con ogni mezzo, rappresentando
un terreno fertile per assegnazioni dirette di lavori di valore anche notevole.
Durante l’ultima alluvione il Comune di Genova ha aperto 49 somme urgenze, per
un totale di circa 24 milioni di euro, che sono destinate ad aumentare man mano
che si rilevano nuove situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica e per i beni di interesse culturale.
All’attivazione della somma urgenza da parte di un
funzionario del Comune, la giunta prepara una delibera di variazione di
bilancio che prima del governo Monti era di competenza della Giunta stessa.
Monti introdusse un passaggio in Consiglio comunale, spalmando la
responsabilità anche al Consiglio, per cercare di rimuovere fenomeni di eccesso
nell'apertura di questo tipo di attività. Tentativo andato a buon fine per
quello che riguarda la procedura ma non il risultato: le somme urgenze sono
rimaste sempre le stesse, forse perché lo stato del territorio è quello che è,
e una soluzione “da bancario” non ha certo permesso di evitare il crollo di
muri e le alluvioni.
Solitamente le somme urgenze sono poche unità all’anno, per
cui la Giunta propone delibere al Consiglio relative ad ogni singola pratica. Nel
caso dell’alluvione , la delibera proposta comprendeva ben 49 attività. Questo,
se da una parte può essere considerato logico da chi ritenga il voto “evidente”
(la maggioranza, che sempre supporta la sua giunta), risulta fastidioso per la
minoranza, che vorrebbe invece poterle votare separatamente, avendo più
interesse ad un controllo puntuale su ogni lavoro. Agire con emendamenti in un caso come questo può risultare complesso.
Così, la richiesta di presentare tante delibere, una per ogni somma urgenza, fa quasi sorridere l’assessore, che scherza sul fatto che
sarebbero necessarie 49 commissioni (le delibere passano prima in commissione
e poi in consiglio), mentre gli si fa notare che quello che fa meno ridere è la
commissione di una singola ora che è stata concessa per l’esame di questa
pratica da 23 milioni di euro, e che la battuta delle 49 commissioni è solo
tale, in quanto possono essere benissimo discusse in una singola
commissione più pratiche.
Insomma, il cammino per la trasparenza continua. Al momento,
comunque, la Giunta è stata impegnata dal Consiglio, mesi fa, a fornire i dati
delle somme urgenze, tra cui i computi metrici, fotografie e dettagli ulteriori, che i citttadini, visto il proficuo effetto domino della
pubblicazione dei documenti del Consiglio nel sito web del Comune, possono trovare.
Quindi, cittadini: avanti, leggete!
(Stefano De Pietro)
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