La città perfetta per Renzo Piano resta Genova, città d’ardesia e pietra, silenziosa, attenta, dove puoi restare “attaccato come una patella”, come diceva Calvino, ma anche aperta, luminosa, con il mare, che ti fa venire voglia di andare a conoscere il mondo. Con intelligenza “leggera”, con un’ostinazione non sempre “permeabile”, come sospira di sé stesso, l’architetto senatore ha spiegato sabato 25 gennaio a
La7 in
Ottoemezzo la sua idea di città, dalla bellezza “non paludata”, paventando il timore che consegneremo ai posteri le città peggiori della storia se non s’interverrà, tenendo a mente proprio la bellezza. Che non significa demolire e ricostruire e tantomeno consumare altro suolo per nuove costruzioni, cinque milioni di case vuote e 8 metri quadrati al secondo di suolo consumato negli ultimi anni in Italia, ma anche recuperare ciò che più trascurato e degradato è spesso nel contesto urbano, ovvero le “periferie”, le città del futuro, secondo Piano.
E' la grande scommessa dell’urbanistica se diverranno o no urbane, nel senso anche di civili, se si ridarà loro una nuova identità, che non è quella di oggi, sovente quartieri dormitorio, perché sono veri luoghi ricchi di umanità e di energia, dove abita la quasi totalità degli abitanti, soltanto il dieci per cento risiede nei centri storici.
Su
Cultura-Domenica del
Sole 24 Ore del 26 gennaio precisa il suo pensiero, racconta che le periferie vanno riviste, “rammendate” con “funzioni catalizzanti che fecondino questo grande deserto affettivo”.
Se occorre un nuovo ospedale lo si costruisca in periferia, vi si aprano teatri, nuove piazze, spazi d’incontro, riutilizzare caserme, aree industriali o ferroviarie dismesse e tanto verde, che non è un fatto “cosmetico”, anzi si deve tracciare una
green belt, una cintura verde che definisca e circondi la città, un limite oltre il quale non si deve più costruire ed entro il quale si deve ricompattare la città medesima. Senza estendere ancora il costruito, insostenibili ormai i costi per mantenere i servizi, le strade.
. Per “rammendarla” tanti micro-interventi, che darebbero lavoro al comparto edilizio, a molti artigiani, a piccole imprese per l’adeguamento funzionale ed energetico degli edifici esistenti, dal punto di vista idrogeologico, sismico, estetico, a cominciare dalle 60 mila scuole a rischio: un serbatoio di occupazione e di recupero di mestieri anche per giovani, che necessiterebbe di capitali modesti per un Paese che ha un disperato bisogno di manutenzione. Lo
Shard, il grattacielo più alto a Londra, costruito da Piano, ha soltanto quaranta parcheggi per diecimila persone: un sistema di trasporti pubblici altamente efficiente quello londinese, ma tale scelta la dice lunga sull’inutilità di costruire ancora parcheggi nelle nostre città, si deve invece puntare sul trasporto pubblico e alternativo.
Mentre in Parlamento con la “ghigliottina” è stato approvato mercoledì 29 gennaio il decreto Imu-Bankitalia, insieme all’ennesimo condono edilizio sottobanco.
Per questo progetto Renzo Piano stipendierà con il suo introito di senatore il gruppo G124, dal numero della stanza assegnatagli a Palazzo Giustiniani, sei giovani architetti under 40, che elaboreranno proposte per trasformare le periferie, non per distruggerle, per rammendare un paese sott'acqua e che frana.
Prevedendo uno spirito da
polis, sviluppare processi partecipativi, coinvolgere gli abitanti come già nel 1979 ad Otranto si fece con il Laboratorio di quartiere, patrocinato dall’Unesco. E con un tocco sfizioso: la Timidina C, inventata dall’architetto Marco Ermentini e reclamizzata da Renzo Piano, di cui diamo di seguito le ISTRUZIONI per l'uso.
- La prima pillola deve essere inghiottita immediatamente al sorgere del desiderio di ricostruire un edificio in stile com’era e dov’era . Normalmente la dose è di 3 pillole al giorno da assumersi in occasione dei sopralluoghi in cantiere. Si consiglia di prolungare il dosaggio per almeno una settimana. In caso di attacchi di ripristino al primitivo splendore, sospendere immediatamente la somministrazione e recarsi al più vicino ospedale oppure alla più vicina CLARTI (CLinica di ARchitettura TImida).
CONTROINDICAZIONI. Delirio da piccone demolitore, Sindrome da messa a norma, Lifting esasperati al botulino, Arredi urbani in
corten (acciaio patinato). Presenza di archistar nelle vicinanze. Tenere il medicinale alla portata dei bambini.
Contraccettivo orale del tipo architettonico caratterizzato dal più alto contenuto di intelligenza sino ad ora impiegato in un’ associazione (
Shy Architecture Association, www.shyarch.it ).
Assunta correttamente sopprime la libido demolitoria e ricostruttoria nei soggetti a rischio professionale nel restauro. Inoltre modifica le caratteristiche psichiche del soggetto ostacolando le decisioni affrettate.
(Bianca Vergati - immagine da Internet)