Dal 5 al 18 giugno nella stato di Israele si svolgerà il campionato sportivo UEFA Under 21, una manifestazione che vedrà coinvolte squadre di calcio europee e milioni di tifosi che si concentreranno, aiutati dai media internazionali, esclusivamente sulle partite di calcio dimenticando che quelle partite saranno giocate in alcune zone di un territorio occupato illegalmente da 60 anni.
Ai giovani palestinesi sarà negato di partecipare alla manifestazione perché non possono muoversi liberamente nel loro paese in quanto abitano al di là del muro dell'apartheid dove non è permesso uscire. Lo stato ebraico molte volte ha impedito di praticare sport ad atleti palestinesi vittime di violenze ed arresti ingiustificati da parte dell'esercito israeliano come è successo al calciatore della nazionale palestinese Mahmoud Sarsak incarcerato per 3 anni senza accuse e rilasciato l'estate scorsa dopo 92 giorni di sciopero della fame e proteste internazionali. Ad aprile le autorità israeliane hanno negato il permesso a cinque maratoneti della striscia di Gaza di partecipare alla “maratona di Betlemme”.
Ricordiamo inoltre che durante i bombardamenti su Gaza dello scorso novembre durante l'Operazione Pilastro di Difesa sono state distrutte infrastrutture sportive palestinesi tra cui lo stadio di calcio di Gaza e la sede del comitato nazionale paraolimpico, alcuni campi sportivi sono stati bombardati uccidendo i ragazzi palestinesi che vi stavano giocando.
E' assurdo che un'importante manifestazione sportiva possa essere organizzata da un Paese che tiene sotto assedio e reprime quotidianamente il popolo Palestinese.
Sono stati lanciati appelli da tutto il mondo; la campagna "Cartellino rosso contro l'Apartheid" - tra i firmatari Desmond Tutu e Frédéric Kanouté - in questi mesi ha raccolto firme per chiedere alla Uefa di modificare la decisione di far giocare in Israele gli Europei Under 21: "Nonostante gli appelli diretti da parte di rappresentanti di questo sport in Palestina e di organizzazioni antirazziste e per i diritti umani in tutta Europa, la UEFA premia il comportamento crudele e fuori legge di Israele conferendole l'onore di ospitare il campionato europeo Under21" è scritto nella lettera pubblicata da The Guardian.
“Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport” hanno dichiarato 50 atleti europei in una lettera indirizzata al Presidente della Uefa Michel Platini.
Se i tanti appelli, lanciati da tutto il mondo per spostare il campionato, dovessero essere ignorati, dando così ad Israele l’opportunità di presentarsi come paese normale e democratico, la campagna Cartellino Rosso farà appello perché si svolgano proteste in tutta l’Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele, auspicando l'apertura di un dibattito pubblico sul tema e una diffusa mobilitazione della società civile.
Chiedo ai tanti tifosi e appassionati di calcio se si possa immaginare in futuro una manifestazione sportiva etica basata sul rispetto sia di chi pratica lo sport sia di chi lo sostiene.
(Maria Di Pietro - foto da internet)
Ai giovani palestinesi sarà negato di partecipare alla manifestazione perché non possono muoversi liberamente nel loro paese in quanto abitano al di là del muro dell'apartheid dove non è permesso uscire. Lo stato ebraico molte volte ha impedito di praticare sport ad atleti palestinesi vittime di violenze ed arresti ingiustificati da parte dell'esercito israeliano come è successo al calciatore della nazionale palestinese Mahmoud Sarsak incarcerato per 3 anni senza accuse e rilasciato l'estate scorsa dopo 92 giorni di sciopero della fame e proteste internazionali. Ad aprile le autorità israeliane hanno negato il permesso a cinque maratoneti della striscia di Gaza di partecipare alla “maratona di Betlemme”.
Ricordiamo inoltre che durante i bombardamenti su Gaza dello scorso novembre durante l'Operazione Pilastro di Difesa sono state distrutte infrastrutture sportive palestinesi tra cui lo stadio di calcio di Gaza e la sede del comitato nazionale paraolimpico, alcuni campi sportivi sono stati bombardati uccidendo i ragazzi palestinesi che vi stavano giocando.
E' assurdo che un'importante manifestazione sportiva possa essere organizzata da un Paese che tiene sotto assedio e reprime quotidianamente il popolo Palestinese.
Sono stati lanciati appelli da tutto il mondo; la campagna "Cartellino rosso contro l'Apartheid" - tra i firmatari Desmond Tutu e Frédéric Kanouté - in questi mesi ha raccolto firme per chiedere alla Uefa di modificare la decisione di far giocare in Israele gli Europei Under 21: "Nonostante gli appelli diretti da parte di rappresentanti di questo sport in Palestina e di organizzazioni antirazziste e per i diritti umani in tutta Europa, la UEFA premia il comportamento crudele e fuori legge di Israele conferendole l'onore di ospitare il campionato europeo Under21" è scritto nella lettera pubblicata da The Guardian.
“Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport” hanno dichiarato 50 atleti europei in una lettera indirizzata al Presidente della Uefa Michel Platini.
Se i tanti appelli, lanciati da tutto il mondo per spostare il campionato, dovessero essere ignorati, dando così ad Israele l’opportunità di presentarsi come paese normale e democratico, la campagna Cartellino Rosso farà appello perché si svolgano proteste in tutta l’Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele, auspicando l'apertura di un dibattito pubblico sul tema e una diffusa mobilitazione della società civile.
Chiedo ai tanti tifosi e appassionati di calcio se si possa immaginare in futuro una manifestazione sportiva etica basata sul rispetto sia di chi pratica lo sport sia di chi lo sostiene.
(Maria Di Pietro - foto da internet)
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