Una ricerca di Ambrosetti del 2012 sul livello di conoscenza dei progetti smart city in Italia riporta un dato sconfortante: il 78% degli intervistati risponde di non sapere di cosa si tratti. Questo nonostante che siano già da tempo partiti molti progetti, Genova se ne è aggiudicati tre, un vanto per le amministrazioni, una pioggia di soldi europei pronti a calare su alcune aziende genovesi. Ma come funziona oggi un progetto smart? Mentre la definizione del concetto di "città intelligente" proposto dall'unione europea e dall'Anci stessa parla di utilità per la cittadinanza, scelta attraverso un percorso partecipato dove i cittadini stessi possano indicare le proprie idee, il risultato che la politica cittadina ha disegnato è quello di una struttura tecno-oligarchica, dove le aziende propongono progetti ad una associazione della quale fanno parte insieme al comune e il processo decisionale si svolge all'insaputa dei diretti interessati, i cattadini, che si vedranno quindi volare sopra la testa le risorse economiche destinate ad alimentare un mercato dello smart ben distante da loro.
La cosa drammatica è che la presunta correttezza di questa impostazione viene ribadita dalla giunta attuale, che disporrà al massimo un aumento, o meglio l'inizio, di una fase di informazione ai cittadini che nulla ha a che fare con la partecipazione. Questa confusione di significati è già stata dimostrata in altri campi dell'amministrazione comunale, ad esempio nella progettazione urbanistica: gli abitanti sono ascoltati dall'amministrazione che poi alla fine fa comunque ciò che vuole.
Ritornando a smart, non a caso su una mozione in Consiglio comunale che riguarda una richiesta di modifica dello statuto dell'Associazione Genova smart city non viene a rispondere il Sindaco - che si era riservato la delega dell'argomento - ma il suo assessore allo sviluppo economico: non stiamo parlando di qualcuno che usa i soldi per realizzare una progettazione partecipata, in definitiva stiamo parlando solo di soldi da dare alle imprese. Quindi lo schema organizzativo genovese resterà lo stesso della giunta Vincenzi, con un po' di lavoro di maquillage sul sito e qualche riunione in più in commissione comunale, in quanto, come ribadisce la giunta nella risposta alla richiesta di inserire la cittadinanza nello statuto dell'associazione smart city genovese, l'interlocutore della giunta non sono i cittadini ma il consiglio comunale che li rappresenta. Altro che smart! Altro che open source, altro che partecipazione attiva. La partecipazione si risolve, ancora una volta, in una delega al buio che i cittadini hanno pochi secondi per approvare all'interno della cabina elettorale, che avrà un valore quinquennale prima di sentirne di nuovo parlare, nella prossima campagna elettorale, come promessa mai mantenuta di cambiamento di impostazione sociale.
(Stefano De Pietro - immagine da internet)
La cosa drammatica è che la presunta correttezza di questa impostazione viene ribadita dalla giunta attuale, che disporrà al massimo un aumento, o meglio l'inizio, di una fase di informazione ai cittadini che nulla ha a che fare con la partecipazione. Questa confusione di significati è già stata dimostrata in altri campi dell'amministrazione comunale, ad esempio nella progettazione urbanistica: gli abitanti sono ascoltati dall'amministrazione che poi alla fine fa comunque ciò che vuole.
Ritornando a smart, non a caso su una mozione in Consiglio comunale che riguarda una richiesta di modifica dello statuto dell'Associazione Genova smart city non viene a rispondere il Sindaco - che si era riservato la delega dell'argomento - ma il suo assessore allo sviluppo economico: non stiamo parlando di qualcuno che usa i soldi per realizzare una progettazione partecipata, in definitiva stiamo parlando solo di soldi da dare alle imprese. Quindi lo schema organizzativo genovese resterà lo stesso della giunta Vincenzi, con un po' di lavoro di maquillage sul sito e qualche riunione in più in commissione comunale, in quanto, come ribadisce la giunta nella risposta alla richiesta di inserire la cittadinanza nello statuto dell'associazione smart city genovese, l'interlocutore della giunta non sono i cittadini ma il consiglio comunale che li rappresenta. Altro che smart! Altro che open source, altro che partecipazione attiva. La partecipazione si risolve, ancora una volta, in una delega al buio che i cittadini hanno pochi secondi per approvare all'interno della cabina elettorale, che avrà un valore quinquennale prima di sentirne di nuovo parlare, nella prossima campagna elettorale, come promessa mai mantenuta di cambiamento di impostazione sociale.
(Stefano De Pietro - immagine da internet)
la politica, anche quella che arriva con il sostegno dei comitati, ha paura della partecipazione, perchè - si giustifica - teme la paralisi decisionale; in realtà teme la propria incapacità psicologica e organizzativa di gestire il conflitto (inevitabile nella complessità), vedendolo solo come perdita di tempo e di energie e non come occasione di confronto e di, non sia mai, autocritica.
RispondiEliminachiara fasce consigliera sel levante
Ottima analisi. Peccato per l'anonimato :-)
Elimina@Enrico Alletto: non è anonima, è firmata sull'ultima riga.
RispondiEliminaCondivido il commento positivo sull'analisi.
La mozione del 5stelle è stata respinta in modo compatto dalla maggioranza, tranne 3 astenuti.
Ho visto adesso. (Da smartphone mi era sfuggito. Sorry)
EliminaÈ possibile reperire info in rete su questo passaggio:" la giunta nella risposta alla richiesta di inserire la cittadinanza nello statuto dell'associazione smart city genovese, l'interlocutore della giunta non sono i cittadini ma il consiglio comunale che li rappresenta."
E' il sunto di quanto risposto dalla giunta, che ha rigettato la mozione, affermando di voler fare più "informazione" di ritorno ai cittadini e più percorsi in consiglio per l'informativa di quanto sviluppato, in modo assolutamente autonomo, dall'associazione, insieme alle imprese. E' possibile richiedere il verbale della seduta alla presidenza del consiglio comunale oppure guardarsi tra qualche giorno il video completo dell'intervento, sul sito del comune.
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