E' notizia di non molti mesi fa l'intervento della Corte dei Conti nei confronti del Comune di Recco, dove la raccolta differenziata eseguita con percentuali molto più basse dei limiti di legge, è stata considerata dal giudice un danno erariale e (qui sta la novità) anche ambientale.
Come era prevedibile, la Guardia di Finanza si è recata ieri negli uffici del Comune di Genova per acquisire gli atti relativi alla nostra "rumenta", c'è quindi da attendersi una multa salata che ricadrà in modo pesante su un bilancio già ferito a morte dalla rivisitazione della spesa di Monti.
Nell'articolo de Il Secolo XIX di giovedi 14 marzo 2013 si fa riferimento ad un progetto di legge che galleggia da tempo (immemore) in Parlamento, il quale istituisce un rimborso del 25% della Tia per i cittadini i cui comuni non avessero adempiuto agli obblighi di legge sulla differenziata. A rincarare la dose, c'è la sentenza della Corte di Cassazione che ha imputato ai soli comuni il danno erariale e la relativa multa, rendendo inefficaci le clausole inserite da molti comuni nei contratti con le aziende di gestione dei rifiuti: infatti, secondo il giudice, non è ascrivibile con certezza alla responsabilità diretta dell'azienda incaricata il mancato raggiungimento dei valori di raccolta differenziata, ancorché inserita in contratto, in quanto la sua realizzazione è dipendente da comportamenti dei cittadini, che sono al di fuori del controllo delle aziende aggiudicatarie del servizio. Le multe ricadranno, quindi e senza diritto di appello, sui comuni, quindi sui cittadini.
Nel citato articolo del Il Secolo XIX ci si dimentica di un'altra chiave di lettura del problema, all'interno della Tares, la nuova legge che regolamenta la raccolta dei rifiuti. Nell'articolo 20 della norma oggi in vigore si legge: "Il tributo è dovuto nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall'autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all'ambiente". Se tanto mi dà tanto, allora il mancato raggiungimento della quota di differenziata minima di legge ricade in una grave violazione, che addirittura la Corte dei Conti punisce come danno ambientale e la proposta di legge sulla Tia con un rimborso al cittadino del 25%. Potremo quindi vedere ridotta per legge la tariffa Tares e accreditati dei rimborsi Tia per i 5 anni precedenti? In fondo, pagare a giugno solo il 20% della Tares è un'ottima soluzione per addrizzare la politica di Amiu, che fino a ieri ha promosso l'inceneritore di Scarpino a danno, quindi di tutti i cittadini. Risulta evidente la necessità di cambiarne la dirigenza, insieme alla politica, e tocca al comune applicare la legge rimodulando la tariffa al ribasso in un regime di auto-punizione.
Alla fine, inaspettatamente, l'Italia non pronta alla differenziata e i suoi Comuni arruffoni e affidati ad aziende irrispettose delle leggi rischiano di fallire sulla spazzatura, invece che sui grandi temi della politica che riempiono i giornali e che fanno sbalzare alle stelle gli indici dei bookmakers inglesi.
E nell'aria c'è anche la legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero, per la quale presto vedremo i banchetti in giro per Genova e tutta l'Italia, firme raccolte nell'ambito europeo e che sarà obbligatoriamente discussa in tutti i parlamenti nazionali.
(Stefano De Pietro - immagine da internet)
Come era prevedibile, la Guardia di Finanza si è recata ieri negli uffici del Comune di Genova per acquisire gli atti relativi alla nostra "rumenta", c'è quindi da attendersi una multa salata che ricadrà in modo pesante su un bilancio già ferito a morte dalla rivisitazione della spesa di Monti.
Nell'articolo de Il Secolo XIX di giovedi 14 marzo 2013 si fa riferimento ad un progetto di legge che galleggia da tempo (immemore) in Parlamento, il quale istituisce un rimborso del 25% della Tia per i cittadini i cui comuni non avessero adempiuto agli obblighi di legge sulla differenziata. A rincarare la dose, c'è la sentenza della Corte di Cassazione che ha imputato ai soli comuni il danno erariale e la relativa multa, rendendo inefficaci le clausole inserite da molti comuni nei contratti con le aziende di gestione dei rifiuti: infatti, secondo il giudice, non è ascrivibile con certezza alla responsabilità diretta dell'azienda incaricata il mancato raggiungimento dei valori di raccolta differenziata, ancorché inserita in contratto, in quanto la sua realizzazione è dipendente da comportamenti dei cittadini, che sono al di fuori del controllo delle aziende aggiudicatarie del servizio. Le multe ricadranno, quindi e senza diritto di appello, sui comuni, quindi sui cittadini.
Nel citato articolo del Il Secolo XIX ci si dimentica di un'altra chiave di lettura del problema, all'interno della Tares, la nuova legge che regolamenta la raccolta dei rifiuti. Nell'articolo 20 della norma oggi in vigore si legge: "Il tributo è dovuto nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall'autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all'ambiente". Se tanto mi dà tanto, allora il mancato raggiungimento della quota di differenziata minima di legge ricade in una grave violazione, che addirittura la Corte dei Conti punisce come danno ambientale e la proposta di legge sulla Tia con un rimborso al cittadino del 25%. Potremo quindi vedere ridotta per legge la tariffa Tares e accreditati dei rimborsi Tia per i 5 anni precedenti? In fondo, pagare a giugno solo il 20% della Tares è un'ottima soluzione per addrizzare la politica di Amiu, che fino a ieri ha promosso l'inceneritore di Scarpino a danno, quindi di tutti i cittadini. Risulta evidente la necessità di cambiarne la dirigenza, insieme alla politica, e tocca al comune applicare la legge rimodulando la tariffa al ribasso in un regime di auto-punizione.
Alla fine, inaspettatamente, l'Italia non pronta alla differenziata e i suoi Comuni arruffoni e affidati ad aziende irrispettose delle leggi rischiano di fallire sulla spazzatura, invece che sui grandi temi della politica che riempiono i giornali e che fanno sbalzare alle stelle gli indici dei bookmakers inglesi.
E nell'aria c'è anche la legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero, per la quale presto vedremo i banchetti in giro per Genova e tutta l'Italia, firme raccolte nell'ambito europeo e che sarà obbligatoriamente discussa in tutti i parlamenti nazionali.
(Stefano De Pietro - immagine da internet)
Nessun commento:
Posta un commento