Foulard bianco, sguardo vispo, passo deciso, Hebe de
Bonafini, Presidente delle Madres de Plaza de Mayo, arriva a Genova per
incontrare la città. Due giornate di conferenze, letture, musica,
rappresentazioni teatrali dedicate alle Madres.
L'associazione è nata in
Argentina durante la feroce e sanguinosa dittatura militare che tra il 1976 e
il 1983, con a capo il generale Videla, ha represso, torturato ed ucciso parte
della popolazione argentina, soprattutto giovani, che si opponevano alla
dittatura militare: oltre 30mila desaparecidos, 1 milione di esiliati, 9mila esiliati politici, 15mila persone fucilate per strada per sostenere un progetto
economico neoliberista messo in piedi dall'estrema destra argentina con
l'appoggio della CIA.
Con un foulard bianco con scritto il nome del proprio figlio
scomparso, le madres sono scese in piazza per la prima volta 36 anni fa
marciando in silenzio intorno al monumento di Plaza de Mayo, dove ha sede il
palazzo del governo nella Casa Rosada di Buenos Aires. All'inizio i militari
sparavano loro addosso, le picchiavano, le chiamavano le pazze, queste donne
comuni, casalinghe che con gran coraggio hanno sfidato i carnefici della
dittatura chiedendo giustizia per i loro figli.
"Non continuiamo a lottare solo perché vogliamo più giustizia,
abbiamo un impegno con i nostri figli, vogliamo continuare a fare quello che
loro facevano: lavorare e lottare per un uomo nuovo, una società più giusta, per
questo abbiamo creato l'università, la rivista, il centro culturale, la
libreria, la biblioteca, la radio ora stiamo facendo le case per le donne
violentate; c'è molto da fare in questo mondo" afferma con passione
Hebe de Bonafini "chiedo a tutti di lavorare e di lottare per un mondo
senza differenze, dove la pace non sia un reclamo ma una realtà che venga
insieme alla giustizia... Per favore ascoltiamoci, ascoltiamo la nostra voce,
guardiamo i nostri volti, accarezziamoci per favore, chiediamo all'altro cosa
ti succede, di cosa hai bisogno e sentiamo quello che passa agli altri per
sentire cosa passa dentro noi stessi. E quando vi fa così male il sangue per
quello che succede all'altro e da lì che cominceremo a fare un uomo nuovo e
rivoluzionario"
Hebe oggi ha 84 anni, è una delle più giovani delle Madres,
dichiara che ha voglia di continuare a lottare per questo mondo per cui tanti
hanno dato la loro vita.
"La vita è lotta. E la lotta inizia con la nascita di
una persona e termina con la fine della sua vita" mi dice, e lei la dura lotta la conosce molto bene, la sua è nata in
nome di ciò che di più caro le è stato brutalmente strappato; dopo la scomparsa
di 2 suoi figli e di sua nuora Hebe non si è fermata un attimo nella ricerca
della verità, per ottenere giustizia e non vendetta, anche quando nel 2001 sua
figlia Alejandra fu brutalmente torturata.
A Genova Hebe si rivolge ai giovani e li esorta: "A
tutti i giovani del mondo chiediamo di fare politica, che non credano che la
politica sia "mierda", ma il modo per cambiare le cose per un mondo
più giusto. Se volete un mondo migliore dovete lottare... Perché la giustizia e
la pace siano un diritto e una costante..."
(Maria Di Pietro - foto dell'autrice e da internet)
Nessun commento:
Posta un commento