Roma, 4 marzo 2013, l'uscita di Beppe Grillo è attesa da decine di giornalisti e fotografi che letteralmente assaltano il popolare personaggio scavalcandosi l'un l'altro. Qualcuno (vedi foto a sinistra) sale anche sul tetto di un'autovettura posteggiata, foto rubata da un attivista e pubblicata su Facebook, per cercare di dare una mano al proprietario a trovare il responsabile delle inevitabili ammaccature subite. Nella ressa, una persona che si era appoggiata all'auto di Grillo resta con le dita schiacciate nella portiera (vedi video in basso), che viene immediatamente riaperta e, nonostante la situazione di pericolo per il ferito, ripresa di nuovo d'assalto dai fotografi. Grillo deve intervenire personalmente per tenerli lontani.
Domenica sera, alla fine del primo incontro tecnico a Roma degli eletti, la stampa blocca la strada, non è ammessa all'interno: gente che lavora, certamente, se di lavoro si può parlare vedendo un simile girone infernale, come a Sant'Ilario aspettando Grillo che voti alla scuola di agricoltura: quindici ore in attesa, al freddo, la polizia che alla fine distribuisce bevande calde alle persone in attesa di scattare una sola foto utile al giornale. Non mi pare che sia questa la stampa che faccia vera informazione. Ha fame di notizie del Movimento 5 Stelle, i cui attivisti se ne stanno tranquilli ben lontani dai riflettori, in attesa di nominare i due portavoce per Camera e Senato, che saranno cambiati ogni sei mesi, scelti a votazione, come nella tradizione del Movimento. I giornalisti, non abituati a questo diniego, stanno letteralmente perdendo la bussola, chiamano amici e parenti nel tentativo di avere un numero di cellulare, appaiono nelle riunioni plenarie, negli incontri dove prima non erano mai stati, pare che il sistema di stare molto lontano da loro ripaghi con un interesse moltiplicato: poi, adesso, con un 30% dei voti, avere una foto di un "grillino" diventa un must irrinunciabile.
Alcuni, negli alti ranghi, cominciano a preoccuparsi sentendo avvicinare il pericolo della fine del finanziamento pubblico all'editoria, che comporterebbe per molte testate la fine di un sistema consolidato di lavoro, e di potere. Una considerazione che riguarda il futuro: dovranno reinventarsi tutto, lavorare davvero su internet per abbattere i costi, livellare le redazioni e "far da sé", come già sta accandendo sulla rete, insomma "bloggare la stampa" e poi, per evidenti necessità di veicolazione pubblicitaria, chiedere al governo che si dia davvero da fare per far arrivare internet a tutti.
(Stefano De Pietro)
Domenica sera, alla fine del primo incontro tecnico a Roma degli eletti, la stampa blocca la strada, non è ammessa all'interno: gente che lavora, certamente, se di lavoro si può parlare vedendo un simile girone infernale, come a Sant'Ilario aspettando Grillo che voti alla scuola di agricoltura: quindici ore in attesa, al freddo, la polizia che alla fine distribuisce bevande calde alle persone in attesa di scattare una sola foto utile al giornale. Non mi pare che sia questa la stampa che faccia vera informazione. Ha fame di notizie del Movimento 5 Stelle, i cui attivisti se ne stanno tranquilli ben lontani dai riflettori, in attesa di nominare i due portavoce per Camera e Senato, che saranno cambiati ogni sei mesi, scelti a votazione, come nella tradizione del Movimento. I giornalisti, non abituati a questo diniego, stanno letteralmente perdendo la bussola, chiamano amici e parenti nel tentativo di avere un numero di cellulare, appaiono nelle riunioni plenarie, negli incontri dove prima non erano mai stati, pare che il sistema di stare molto lontano da loro ripaghi con un interesse moltiplicato: poi, adesso, con un 30% dei voti, avere una foto di un "grillino" diventa un must irrinunciabile.
Alcuni, negli alti ranghi, cominciano a preoccuparsi sentendo avvicinare il pericolo della fine del finanziamento pubblico all'editoria, che comporterebbe per molte testate la fine di un sistema consolidato di lavoro, e di potere. Una considerazione che riguarda il futuro: dovranno reinventarsi tutto, lavorare davvero su internet per abbattere i costi, livellare le redazioni e "far da sé", come già sta accandendo sulla rete, insomma "bloggare la stampa" e poi, per evidenti necessità di veicolazione pubblicitaria, chiedere al governo che si dia davvero da fare per far arrivare internet a tutti.
(Stefano De Pietro)
Il finanziamento all'editoria riguarda solo le cooperative (a Genova il Corriere Mercantile) e i giornali di partito. I mass-media hanno i loro problemi. Ma come diceva Jefferson (già nel 1787) meglio una libera stampa senza stato che uno stato senza libera stampa. Ognuno è libero di credere alle teorie complottistiche. C'è anche chi crede alle sedute spiritiche
RispondiEliminama certo: ogni minimo rilievo mosso da un giornalista all'Uguale più uguale degli altri è dovuto al fatto che ogni giornalista teme di non beccarsi più i soldi pubblici. Quindi non azzardo a muovere rilievi, in attesa che il Sistema passi al contrattacco inserendo sottopelle a tutti i microchip.
RispondiEliminaMovimento 5 Stelle = fascismo 2.0
RispondiEliminaUn fascismo che chiede la libera circolazione delle informazioni? Che chiede l'accesso internet gratuito per tutti e tutte? Che strana idea di fascismo. O forse fascismo è tutto ciò che non la pensa come il legittimo figlio del pci desidera?
RispondiElimina""E se falliamo noi violenza in strada" del Corriere.it è una citazione fuori contesto. Grillo è stato chiaro: lui vede sé stesso come un'ALTERNATIVA alla violenza. Giusto per essere chiari, in nessun passo dell'intervista con il Time Grillo ha minacciato che ci sarebbero state violenze. Anzi, stava chiarendo che nella sua visione il M5S previene la violenza incanalando la rabbia del Paese all'interno del dibattito democratico. Il Corriere avrebbe dovuto avere l'attenzione di inserire la frase nel contesto originale, sembra più il prodotto di negligenza e ricerca di sensazionalismo che un deliberato e improprio uso." Stephan Faris, autore dell'intervista a Beppe Grillo sul Time
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/2013/03/le_balle_quotid_6/index.html
io non mi sono affatto riferito alla "violenza in strada" (anche se ergersi a unico garante della non-violenza mi pare non proprio democratico). Penso poi che tutti i partiti abbiano il diritto-dovere di presentarsi alle elezioni ed aspirare a governare, siano figli legittimi o illegittimi di qualsivoglia precedente partito. Penso anche che invece dire "tutti a casa", minacciando vaghi processi popolari contro la vecchia classe politica o la presunta vecchia classe politica, non sia esattamente un segno di spirito democratico. Penso anche che sia fondamentale la libera circolazione delle opinioni e delle informazioni, come del resto garantito dall'articolo 21 della nostra Costituzione, nata dall'antifascismo. A proposito: penso che il fascismo sia un problema che mi compete.
RispondiEliminacaro Stefano,
RispondiEliminaGrillo conosce benissimo il peso delle parole e delle sue dichiarazioni. Il gioco del fraintendimento lo vediamo da vent'anni e ormai ha fatto scuola.
Grillo non ha bisogno che un suo eletto in consiglio comunale lo difenda.
Quindi voltiamo pagina.
Invece chi ha votato MS5, forse, al di là della rete della democrazia web eccetera, ha bisogno di sapere dove i senatori e i parlamentari del Movimento vogliono andare a parare. Se è stato loro dato un ragguaglio sulle regole minime per governare il paese oppure, in assenza delle stesse, vogliono contribuire in maniera determinate al definitivo sfascio dello stesso. In gergo si chiama: Colpo di Grazia.
Credo che Grillo tenga strette le carte di questo gioco (molto narcisista) e che ai nuovi eletti stia scemando, giorno dopo giorno, l'autonomia per scegliere cose al di fuori della volontà dei due capi, pena il linciaggio via web. Se mi sto sbagliano, i fatti dei prossimi giorni lo dimostreranno. A due settimane dalle elezioni la stampa italiana è stata umiliata, gli eletti silenziati e si è visto solo un uomo mascherato che passeggia su una spiaggia toscana. Inoltre sono rimasti inascoltati i numerosi appelli al buon senso che non equivale affatto all'inciucio, l'ultimo, in ordine di apparizione quello di Don Gallo. Insomma una partenza davvero penosa.
Si, M5S = Fascismo 2.0
RispondiEliminaPerché, oggi come allora, un tribuno della plebe irreggimenta rabbiosi manipoli di illusi e di volenterosi allocchi, ed usa i suoi seguaci come forza di sfondamento. Poi, quando la strada è sgombra, arrivano i gerarchi. Allora gli illusi e gli utili idioti vengono presi a calci nel culo, e la storia si ripete.
Gli italiani, é più che evidente, sono del tutto incapaci di assumersi le loro responsabilità, a causa forse del loro secolare destino di sudditi. Preferiscono le scorciatoie, e si affidano stoltamente ai demiurghi. Questo popolo nel suo complesso è marcio e ignorante, ogni singolo italiano contribuisce per sua parte alla collettiva marcescenza. Il grillismo è semplicemente un prodotto della putrefazione.
L'agitarsi delle larve sul cadavere può dare infatti l'illusione ch'esso si muova, ma non restituisce la vita al morto di cui esse si cibano. Finirà molto male per tutti.
Peccato, tutte queste energie positive, ancora una volta buttate nel cesso, per carenza di senso autocritico, e per il bisogno di essere branco.
Caro Anonimo,
RispondiEliminaMi ricordi uno dei sessanta racconti di Dino Buzzati. La tua non è politica ma letteratura gotica.
Forse esiste una via di mezzo tra quello che descrivi tu e quello che dice Stefano.
Mi piacerebbe chiamarti per nome.
Puoi anche sceglierne uno di fantasia.
In attesa dell'apocalisse sociale preferisco immaginare proposte concrete come questa:
http://temi.repubblica.it/repubblica-appelli/?action=vediappello&idappello=391293
Cara Giovanna, come vedi mi sono scelto un nome, per farti omaggio.
RispondiEliminaComunque penso che solo un miracolo, forse, potrebbe sanare la situazione.
Gli italiani sono troppo rimbambiti, sono troppo narcisi, sono troppo ignoranti, sono troppo provinciali, sono troppo tronfi, sono troppo superficiali. Sono troppo stupidi.
La politica che possono esprimere, come si è visto, è anch'essa del tutto demenziale, un po' come quella dello struzzo.
Dobbiamo buttare la testa sotto la sabbia ? Mah... forse davvero non resta altro da fare, se non inabissarci ancora, in profondità, sotto le onde, in silenzio.
Baci, tuo affezionatissimo Nemo.