Da il Sole 24Ore
Schengen, perchè a Berlino non piace il via libera a rumeni e bulgari
Al confine tra la Germania e la Romania c'è un muro con un varco e una sbarra abbassata. Oltre vi è una fila che aspetta il gendarme addetto alla frontiera. Il cielo è plumbeo, non un posto dove sedersi. Dopo un paio d'ore la sbarra si alza: ogni cittadino rumeno che vuole entrare in Germania, e quindi in Europa, deve fornire generalità e documenti; infine i richiedenti visto vengono fatti accompagnare in una stanza scavata nel muro in attesa del 2014, quando Schengen verrà, forse, ratificato anche per loro.
- Nome?
Fa il gendarme alto, con i capelli biondi e i baffi.
- Samuel Rosenstock.
- In che campo agisce?
- Per carità, sono contro l'azione,
- Contro l'azione?
- Certo e per la contraddizione continua.
- Quindi afferma che è inoccupato.
- In realtà anche per l'affermazione non sono né favorevole né contrario.
- Esigo una motivazione sul perché vuole circolare liberamente in Europa.
Il signor Rosenstock si avvicina al gendarme e gli sussurra all'orecchio:
- Non do spiegazioni perché detesto il buon senso.
Il gendarme, affatto stupito, pone qualche timbro sui fogli di Samuel Rosenstock, detto Tzara e lo fa entrare nella stanza ricavata dal muro.
- Nome?
Questo gendarme è pelato e con una pancia da bevitore di birra.
- George Palade.
- Professione?
- Ricercatore.
- E cosa vuole cercare qui da noi?
- I ribosomi.
- E che sono? Cellule criminali legate alla prostituzione?
- Beh, hanno a che fare con le cellule ma si dedicano alla biosintesi.
- Sintesi, in sintesi cosa sintetizza?
- Proteine. Anche lei le utilizza sa?
- Non dica fesserie, sono un pubblico ufficiale.
- Nel suo citoplasma, glielo assicuro. Altrimenti morirebbe.
- Ah… mi minaccia pure. Le faccio passare io la voglia di fare lo spiritoso.
Il gendarme prende il signor George Palade, nobel per la medicina, per la collottola e lo lancia dentro la stanza ricavata nel muro.
Si avvicina una donna dai capelli neri.
- Nome?
- Nadia Comaneci.
- Professione?
- Ginnasta olimpionica.
- Non può entrare.
- Perché?
- Il fratello di mio cugino si è sposato con una rumena e lo sanno tutti…
La donna rimane dritta davanti al gendarme.
-Va bene, venga va, ha ancora da lavorare...
Il Gendarme fa entrare la campionessa olimpica nella stanza ricavata nel muro guardandole vistosamente il sedere e strizzando l'occhio al collega che esce dalla stanza. E’ il primo gendarme, quello alto con i baffi, che si avvicina alla sbarra per prendere le generalità di un altro migrante.
- Nome?
Dice il gendarme, l'uomo che ha di fronte non risponde.
- Nome?
L'uomo ostenta indifferenza.
- Perché non mi vuole rispondere?
L'uomo osserva il gendarme.
- Perché non la conosco.
- Ma neanche io la conosco. Come faccio a conoscerla se non mi dice come si chiama.
- E io come faccio a dirle come mi chiamo se non la conosco. E’ un buon principio non parlare con gli sconosciuti, si potrebbero fare dei brutti incontri.
- Condivido, meglio essere prudenti. A meno che non si possano avere valide credenziali.
L'uomo si illumina.
- Giustissimo, ma non basta un nome.
- Vero. Infatti chiediamo i documenti.
- I documenti documentano quello che la persona sostiene di essere, ma se la persona è insostenibile non c'è documento che tenga e bisogna andarsene, o perlomeno appoggiarla da qualche parte.
Il gendarme è preoccupato.
- Appoggiarla dove? Il regolamento non lo prevede.
- Non lo so, ma se non riesco a sostenerla è meglio che la appoggi da qualche parte prima che mi caschi su un piede.
- Ha ragione, meglio essere prudenti.
- La prudenza non è mai troppa. E se è troppa basta levarla, ma non troppo, quanto basta.
- E poi dove la metto?
- Non lo so, ma scusi ci conosciamo?
- Io sono Hans Shodler e lei?
- Eugené Ionesco. Piacere.
- Il piacere è mio.
- Mi scusi, glielo rendo subito, l'ho preso senza accorgermene e se permette ora me ne vado.
Ionesco saluta alzando il capello e se ne va.
(Arianna Musso - foto da internet)