A partire dal 31 gennaio, OLINEWS pubblica i contributi di Arianna Musso che, ispirandosi ad una notizia, ne trarrà un testo letterario.
da la Repubblica: Sale parto ferme (*)
- Oggi devo nascere!
Il bambino si sporge oltre le nuvole. Il musetto imbronciato, il pancione in avanti. La bis-bisnonna lo trattiene spaventata, è una donna giovane, morta di parto in un'isola della Sicilia diversi decenni prima. I capelli sono raccolti in una spessa treccia nera.
-Te lo assicuro. Oggi è il grande giorno, l'epifania, oggi nasco io. Fammi volare, alla mamma sono già iniziate le doglie. Non la senti?
La bis-bisnonna lo trattiene per il braccino, cerca con gli occhi qualcuno che la possa aiutare. Lassù, tra le nuvole si vedono solo uccelli pronti ad acchiappare il nascituro appena lei lo lascerà partire. Si prende coraggio ed esclama a voce talmente bassa e impastata da essere completamente sovrastata dalle urla concitate del piccolo:
-Non si può fare. Quest'oggi non puoi nascere. Visto che il piccolo non l'ha sentita ripete con voce più forte, forse adesso troppo forte perché le esce quasi un ruggito.
-Non si può. Quest'oggi non puoi nascere. Hanno altro da fare laggiù. Aspetta domani.
-Ma io devo rivelarmi, devo andare! Insiste il pupo cercando di divincolarsi dalle mani forti che lo stringono, ma la bis-bisnonna continua:
-C'è una gran confusione, non ci sono dottori, non ti possono aiutare, credimi, è una cosa delicata questa, lasciami dire, non è che arrivi tu e patapim! Senti ammia, hanno indetto sciopero, sciopero nazionale di tutti i dottori e di tutte le ostetriche.
-Ma nonna, io nasco da solo, la so la strada, non ti preoccupare.
-Tutti nasciamo soli e tutti moriamo soli. E' che, per amore di nonna, aspetta domani...
Il piccolo spalanca gli occhi grigi e si lascia cadere giù dalla nuvola a peso morto, un gabbiano si butta in picchiata e lo prende al volo. Il bambino lo abbraccia e con la piccola manina saluta la bis-bisnonna che lancia un grido muto. La donna si è sporta dalla nuvola di scatto, quasi a volerlo seguire e lo continua a guardare, la treccia tra le labbra in un moto di angoscia. Quanto dovrà aspettare ora? Chi dovrà attendere? Forse nessuno, forse andrà tutto bene. Ma chi sono queste donne e questi uomini che la fanno stare così in pena? Hanno costruito gli ospedali: bravi. Hanno debellato le setticemia, le gestosi quasi, hanno inventato l'episiotomia, hanno perfezionato il cesareo e tutte le altre cuciture. Bravi. Ma perché proprio oggi, che deve nascere il suo bis-bisnipotino, ci deve essere sciopero nazionale? E tutti i discorsi che sente con il suo orecchio fine di trapassata: contenziosi, colpa medica, legali, responsabilità oggettiva, strutture sanitarie, diritti… tutto le sembra così distante a lei che è morta nel 1924.
(Arianna Musso - foto da internet)
(*)http://www.repubblica.it/salute/2013/02/11/news/sciopero_sale_parto-52438815/?ref=HREC2-7
da la Repubblica: Sale parto ferme (*)
- Oggi devo nascere!
Il bambino si sporge oltre le nuvole. Il musetto imbronciato, il pancione in avanti. La bis-bisnonna lo trattiene spaventata, è una donna giovane, morta di parto in un'isola della Sicilia diversi decenni prima. I capelli sono raccolti in una spessa treccia nera.
-Te lo assicuro. Oggi è il grande giorno, l'epifania, oggi nasco io. Fammi volare, alla mamma sono già iniziate le doglie. Non la senti?
La bis-bisnonna lo trattiene per il braccino, cerca con gli occhi qualcuno che la possa aiutare. Lassù, tra le nuvole si vedono solo uccelli pronti ad acchiappare il nascituro appena lei lo lascerà partire. Si prende coraggio ed esclama a voce talmente bassa e impastata da essere completamente sovrastata dalle urla concitate del piccolo:
-Non si può fare. Quest'oggi non puoi nascere. Visto che il piccolo non l'ha sentita ripete con voce più forte, forse adesso troppo forte perché le esce quasi un ruggito.
-Non si può. Quest'oggi non puoi nascere. Hanno altro da fare laggiù. Aspetta domani.
-Ma io devo rivelarmi, devo andare! Insiste il pupo cercando di divincolarsi dalle mani forti che lo stringono, ma la bis-bisnonna continua:
-C'è una gran confusione, non ci sono dottori, non ti possono aiutare, credimi, è una cosa delicata questa, lasciami dire, non è che arrivi tu e patapim! Senti ammia, hanno indetto sciopero, sciopero nazionale di tutti i dottori e di tutte le ostetriche.
-Ma nonna, io nasco da solo, la so la strada, non ti preoccupare.
-Tutti nasciamo soli e tutti moriamo soli. E' che, per amore di nonna, aspetta domani...
Il piccolo spalanca gli occhi grigi e si lascia cadere giù dalla nuvola a peso morto, un gabbiano si butta in picchiata e lo prende al volo. Il bambino lo abbraccia e con la piccola manina saluta la bis-bisnonna che lancia un grido muto. La donna si è sporta dalla nuvola di scatto, quasi a volerlo seguire e lo continua a guardare, la treccia tra le labbra in un moto di angoscia. Quanto dovrà aspettare ora? Chi dovrà attendere? Forse nessuno, forse andrà tutto bene. Ma chi sono queste donne e questi uomini che la fanno stare così in pena? Hanno costruito gli ospedali: bravi. Hanno debellato le setticemia, le gestosi quasi, hanno inventato l'episiotomia, hanno perfezionato il cesareo e tutte le altre cuciture. Bravi. Ma perché proprio oggi, che deve nascere il suo bis-bisnipotino, ci deve essere sciopero nazionale? E tutti i discorsi che sente con il suo orecchio fine di trapassata: contenziosi, colpa medica, legali, responsabilità oggettiva, strutture sanitarie, diritti… tutto le sembra così distante a lei che è morta nel 1924.
(Arianna Musso - foto da internet)
(*)http://www.repubblica.it/salute/2013/02/11/news/sciopero_sale_parto-52438815/?ref=HREC2-7
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