Sono più di 3848 i palestinesi arrestati nel 2012, secondo i dati ufficiali diffusi dal Dipartimento di Statistica presso il ministero degli Affari dei detenuti di Ramallah, tra cui 881 bambini e 67 donne. La media mensile degli arresti è stata di 321 palestinesi, quella giornaliera di 11.
Gli arresti da parte delle forze militari israeliane sono all'ordine del giorno: accademici, giornalisti, insegnanti, figure di spicco in campo politico della società palestinese, componenti dei comitati popolari vengono aggrediti ed arrestati con la scusa della “sicurezza”.
Sono tanti i prigionieri che protestano con lo sciopero della fame, il caso più discusso in questi giorni è quello di Samer Tarek al-’Issawi di 34 anni arrestato per la seconda volta il 7 luglio 2012 con l’accusa di aver organizzato attività politiche e visitato alcune zone della Cisgiordania; il pubblico ministero israeliano ha chiesto di condannarlo a vent’anni di carcere. Samer viveva nel villaggio di al-'Issawiya a nord est di Gerusalemme. I suoi genitori sono stati più volte arrestati; nel 1994 è morto il fratello di Samer di 16 anni ucciso da un soldato israeliano durante gli scontri che seguirono il massacro della moschea di al-Ibrahim a Hebron. Un altro fratello è detenuto in un carcere israeliano e lo hanno messo in isolamento, non può incontrare la sua famiglia. Samer, che ha già perso 47 chili, sta portando avanti una battaglia contro le condizioni di vita a cui sono costretti i detenuti palestinesi nel sistema carcerario israeliano.
" ... non sapere se tuo figlio morirà, attendere con angoscia che ti dicano che non ce l'ha fatta. Non potergli stare vicino in un simile momento”, ha dichiarato la mamma, “Lo so, dobbiamo essere coraggiosi: ci hanno preso la terra, hanno ucciso nostro figlio, e ora hanno in mano Samer e Medhat".
I militari israeliani non perdono l'occasione per arrestare durante le manifestazioni anche attivisti internazionali che protestano insieme ai palestinesi contro l'occupazione. Sabato scorso a Canaan è stato arrestato un attivista italiano, Marco Di Rienzo, uno inglese dell'ISM (International Solidarity Movement) e 12 palestinesi di cui 4 giornalisti. Gli attivisti stavano costruendo il quinto villaggio formato da tende come segno di protesta contro gli insediamenti illegali israeliani.
Di Renzo ha deciso di seguire lo sciopero della fame avviato tre giorni fa in solidarietà con i detenuti politici palestinesi in carcere in Israele, in particolare con Samer Issawi.
Il ministero dell’Informazione in Cisgiordania ha paragonato il protrarsi della detenzione di al-’Issawi ad “una condanna a morte, eseguita lentamente da uno Stato che dichiara di rispettare le leggi internazionali e si vanta di non applicare la pena di morte”.
(Maria Di Pietro )
Gli arresti da parte delle forze militari israeliane sono all'ordine del giorno: accademici, giornalisti, insegnanti, figure di spicco in campo politico della società palestinese, componenti dei comitati popolari vengono aggrediti ed arrestati con la scusa della “sicurezza”.
Sono tanti i prigionieri che protestano con lo sciopero della fame, il caso più discusso in questi giorni è quello di Samer Tarek al-’Issawi di 34 anni arrestato per la seconda volta il 7 luglio 2012 con l’accusa di aver organizzato attività politiche e visitato alcune zone della Cisgiordania; il pubblico ministero israeliano ha chiesto di condannarlo a vent’anni di carcere. Samer viveva nel villaggio di al-'Issawiya a nord est di Gerusalemme. I suoi genitori sono stati più volte arrestati; nel 1994 è morto il fratello di Samer di 16 anni ucciso da un soldato israeliano durante gli scontri che seguirono il massacro della moschea di al-Ibrahim a Hebron. Un altro fratello è detenuto in un carcere israeliano e lo hanno messo in isolamento, non può incontrare la sua famiglia. Samer, che ha già perso 47 chili, sta portando avanti una battaglia contro le condizioni di vita a cui sono costretti i detenuti palestinesi nel sistema carcerario israeliano.
" ... non sapere se tuo figlio morirà, attendere con angoscia che ti dicano che non ce l'ha fatta. Non potergli stare vicino in un simile momento”, ha dichiarato la mamma, “Lo so, dobbiamo essere coraggiosi: ci hanno preso la terra, hanno ucciso nostro figlio, e ora hanno in mano Samer e Medhat".
I militari israeliani non perdono l'occasione per arrestare durante le manifestazioni anche attivisti internazionali che protestano insieme ai palestinesi contro l'occupazione. Sabato scorso a Canaan è stato arrestato un attivista italiano, Marco Di Rienzo, uno inglese dell'ISM (International Solidarity Movement) e 12 palestinesi di cui 4 giornalisti. Gli attivisti stavano costruendo il quinto villaggio formato da tende come segno di protesta contro gli insediamenti illegali israeliani.
Di Renzo ha deciso di seguire lo sciopero della fame avviato tre giorni fa in solidarietà con i detenuti politici palestinesi in carcere in Israele, in particolare con Samer Issawi.
Il ministero dell’Informazione in Cisgiordania ha paragonato il protrarsi della detenzione di al-’Issawi ad “una condanna a morte, eseguita lentamente da uno Stato che dichiara di rispettare le leggi internazionali e si vanta di non applicare la pena di morte”.
(Maria Di Pietro )
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