“Vorrei fare la madre nobile”, dichiara a Il Secolo XIX (
(16/12) Marta Vincenzi, in risposta alle
voci che la danno in corsa alle Primarie Pd dei candidati parlamentari, che si svolgeranno
il 29 e 30 dicembre.
Una dichiarazione puntuale per smentire indiscrezioni di
parte e non della stessa parte, come quelle di Italia Oggi del 15 dicembre,
testata nazionale non di sinistra e
magari velenosa, che già ipotizzava la stessa guerra fratricida dell’elezione a
sindaco di Genova: tanto che per non fare incontrare Marta e Roberta una la si vorrebbe destinata
per un seggio al Senato, l’altra alla Camera.
Ecco tornare l’antico rito,
parafrasando l’adagio “un posto per uno non fa male a nessuno”, un rito che fa
male agli elettori però. Chi ha detto che i cittadini liguri del centrosinistra vogliano di nuovo
essere rappresentati dai carini che circolano
ora?
Ci piacerebbe tanto si
facesse una verifica di quanto fatto per la nostra Liguria in Parlamento dagli onorevoli
che oggi vi siedono: strusci di salotti tv, qualche interrogazione sulla vendita di Ansaldo adesso, mai lamentati prima ai tempi di Belsito e ancor prima
quando nel cda ha troneggiato per anni il compagno Margini. Per Fincantieri fraterne partecipazioni
a cortei quando ormai i cantieri si sono smobilitati, non quando già languivano
ai tempi del governo Prodi. Così per l’Ilva: ma dov’erano i nostri parlamentari
“tutto lavoro-operai” mentre gli operai inferociti presidiavano giorni fa la
questura e il sindaco Doria finiva sui giornali di tutta Italia per aver mediato
da solo presso i lavoratori? Sono arrivati alla chetichella, quando tutto si
era ormai risolto, il vicepresidente della Regione Scialfa e il deputato Mario
Tullo, considerati zero dalla folla.
“Ma che vuoi, dice una
vecchia iscritta, in fondo Tullo ha fatto solo una legislatura e ha lasciato la
segreteria...” Forse intendeva dire che perdiamo chissà quali preziose esperienze
e competenze acquisite by Roma capitale. Di tornare alla vita di prima neppure
si parla, al lavoro di prima se mai c’è stato: in fondo fare carriera nel
partito è diventata professione ambita e dunque da qualche parte devono pur essere
ricollocati per una regola non scritta e ormai insopportabile.
Vedi Giovanna Melandri, eletta in
Liguria, rioccupata al museo Maxxi di Roma, dopo due elezioni da paracadutata
qui. Vedi Saretta Armella, che, da presidente rampante di Fiera in crisi, si dice sia in
partenza per Roma, moglie del segretario provinciale di Genova, il savonese
Lunardon, che rinuncia al seggio, tanto rimane in famiglia.
Così in nome delle “dannate” quote rosa pare si presentino anche la moglie di Walter Ferrando, consigliere regionale e poi la figlia di Paolo Emilio Taviani, mentre rinuncia invece la dignitosa figlia di Guido Rossa, Sabina. Indovina un po' chi sarebbe in tandem con Tullo? La moglie del responsabile dell'apparato elettorale del partito Bartolozzi.
Così in nome delle “dannate” quote rosa pare si presentino anche la moglie di Walter Ferrando, consigliere regionale e poi la figlia di Paolo Emilio Taviani, mentre rinuncia invece la dignitosa figlia di Guido Rossa, Sabina.
Decisamente un
rinnovamento, come chiedeva l’elettorato, tanto fanno i conti con il 70 per
cento del secondo turno di Bersani, dimenticandosi delle contemporanee primarie
del partito di Nichi Vendola, detentore del 15 per cento di quel 70 per cento uscito il 2 dicembre.
Per fortuna pare ci sia tra le papabili la sindacalista Anna Giacobbe, insieme all’altra novità, se varranno le preferenze doppie, il ticket Lorenzo Basso con la new entry renziana Sara Di Paolo, un volto nuovo e speriamo di qualità.
(Bianca Vergati)
Per fortuna pare ci sia tra le papabili la sindacalista Anna Giacobbe, insieme all’altra novità, se varranno le preferenze doppie, il ticket Lorenzo Basso con la new entry renziana Sara Di Paolo, un volto nuovo e speriamo di qualità.
Nessun commento:
Posta un commento