Ho da poco conosciuto "Itaca Sostiene - Amministrazioni di sostegno solidale".
Ne avevo bisogno, il peso di problemi mai risolti fino in fondo per raggiungere un sempre lontano sereno vivere si è molto alleggerito. Ho trovato con chi condividere le mie vicende familiari.
Sta nell’aggettivo "solidale" il compito e l’obiettivo di questa associazione, nata da pochissimo tempo per l’impegno di un piccolo gruppo di volontari, guidati dalla presidente Barbara Benazzi, che ha messo a disposizione la sua esperienza sul campo e la sua competenza legale per dare vita ad una associazione che si pone come tramite e guida per chi è disorientato, cominciando col conoscere i problemi del territorio, raggiungere le famiglie, costruire un progetto di sostegno.
Alle spalle di questa iniziativa sta la difficoltà di rendere effettivo quanto prevede la legge 6/2004 relativamente all’istituzione "dell’amministrazione di sostegno" che, per migliorare la qualità di vita di persone socialmente deboli, dovrebbe coinvolgere a cascata il tribunale, i servizi sociali, i servizi sanitari, e le associazioni di "automutuo aiuto".
Una bella legge, che intendeva completare l’opera della vecchia legge Basaglia che ha liberato dall’isolamento dei manicomi i sofferenti di malattie psichiatriche considerati un pericolo per la società. Rimaneva però l’istituto dell’interdizione che collocava i pazienti psichiatrici, considerati incapaci di intendere e di volere, fra i cittadini esclusi dai diritti civili.
Questa Legge, istituendo la figura dell’Amministratore di Sostegno, supera l’interdizione e si adatta alle esigenze personali di soggetti fragili sostenendoli nella quotidianità e restituendo loro dignità di cittadini.
La legge 6/2004 inoltre non riguarda solo i pazienti psichiatrici, ma tutti i soggetti temporaneamente o definitivamente non autosufficienti: anziani, ammalati di Alzheimer, di Parkinson, persone afflitte da dipendenze (gioco d’azzardo, sostanze tossiche, alcool ...), i giovani portatori di handicap e le loro famiglie che pensano con preoccupazione al “dopo di noi”.
Farla conoscere era una vera necessità, per sopperire a grossi limiti di applicazione.
Il Tribunale non basta, e il necessario rapporto di collaborazione tra i vari soggetti indicati dalla legge avviene molto raramente perché tante sono le difficoltà che impediscono la continuità di comunicazione fra gli addetti ai lavori.
Così "Itaca sostiene" ha già organizzato primi incontri incontri presso il Municipio 8 Medio levante e presso il Municipio 2 Genova Centro Ovest. Altri se ne organizzeranno, col proposito di sensibilizzare e soprattutto di informare e formare le famiglie.
Sono occasioni in cui il punto di vista del legale si amplia e si completa col punto di vista degli addetti ai servizi, dei medici e in, primo piano, degli utenti: quelli già organizzati in associazioni di automutuoaiuto e i moltissimi isolati nel territorio, in quartieri inquinati da troppi problemi, nascosti in famiglie prigioniere della loro sofferenza, conosciuti quando sono divenuti casi che esplodono drammaticamente. Non è un compito facile. C’è molto lavoro da fare. Io ho deciso di farne parte.
Sul sito http://www.itacasostiene.it/ chiunque sia interessato troverà le informazioni sull’attività della associazione e il calendario delle iniziative in programma.
(Gabriella Banti- immagine da internet)
Ne avevo bisogno, il peso di problemi mai risolti fino in fondo per raggiungere un sempre lontano sereno vivere si è molto alleggerito. Ho trovato con chi condividere le mie vicende familiari.
Sta nell’aggettivo "solidale" il compito e l’obiettivo di questa associazione, nata da pochissimo tempo per l’impegno di un piccolo gruppo di volontari, guidati dalla presidente Barbara Benazzi, che ha messo a disposizione la sua esperienza sul campo e la sua competenza legale per dare vita ad una associazione che si pone come tramite e guida per chi è disorientato, cominciando col conoscere i problemi del territorio, raggiungere le famiglie, costruire un progetto di sostegno.
Alle spalle di questa iniziativa sta la difficoltà di rendere effettivo quanto prevede la legge 6/2004 relativamente all’istituzione "dell’amministrazione di sostegno" che, per migliorare la qualità di vita di persone socialmente deboli, dovrebbe coinvolgere a cascata il tribunale, i servizi sociali, i servizi sanitari, e le associazioni di "automutuo aiuto".
Una bella legge, che intendeva completare l’opera della vecchia legge Basaglia che ha liberato dall’isolamento dei manicomi i sofferenti di malattie psichiatriche considerati un pericolo per la società. Rimaneva però l’istituto dell’interdizione che collocava i pazienti psichiatrici, considerati incapaci di intendere e di volere, fra i cittadini esclusi dai diritti civili.
Questa Legge, istituendo la figura dell’Amministratore di Sostegno, supera l’interdizione e si adatta alle esigenze personali di soggetti fragili sostenendoli nella quotidianità e restituendo loro dignità di cittadini.
La legge 6/2004 inoltre non riguarda solo i pazienti psichiatrici, ma tutti i soggetti temporaneamente o definitivamente non autosufficienti: anziani, ammalati di Alzheimer, di Parkinson, persone afflitte da dipendenze (gioco d’azzardo, sostanze tossiche, alcool ...), i giovani portatori di handicap e le loro famiglie che pensano con preoccupazione al “dopo di noi”.
Farla conoscere era una vera necessità, per sopperire a grossi limiti di applicazione.
Il Tribunale non basta, e il necessario rapporto di collaborazione tra i vari soggetti indicati dalla legge avviene molto raramente perché tante sono le difficoltà che impediscono la continuità di comunicazione fra gli addetti ai lavori.
Così "Itaca sostiene" ha già organizzato primi incontri incontri presso il Municipio 8 Medio levante e presso il Municipio 2 Genova Centro Ovest. Altri se ne organizzeranno, col proposito di sensibilizzare e soprattutto di informare e formare le famiglie.
Sono occasioni in cui il punto di vista del legale si amplia e si completa col punto di vista degli addetti ai servizi, dei medici e in, primo piano, degli utenti: quelli già organizzati in associazioni di automutuoaiuto e i moltissimi isolati nel territorio, in quartieri inquinati da troppi problemi, nascosti in famiglie prigioniere della loro sofferenza, conosciuti quando sono divenuti casi che esplodono drammaticamente. Non è un compito facile. C’è molto lavoro da fare. Io ho deciso di farne parte.
Sul sito http://www.itacasostiene.it/ chiunque sia interessato troverà le informazioni sull’attività della associazione e il calendario delle iniziative in programma.
(Gabriella Banti- immagine da internet)
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