E' stata una fortuna, la settimana scorsa, incontrare casualmente Andrea Masotti: pur conoscendoci da anni, ci si vede di rado, per lo pìù in strada o a qualche appuntamento musicale.
Andrea, musicista e musicoterapeuta, è presidente della Casa della Musica, una felice realtà genovese fondata a Genova nel 2007.
Quando ci incontriamo, Andrea mi aggiorna sempre in modo entusiasta sul suo lavoro, spesso frenetico, ma comunque gratificante: l’altro giorno, sapendo che da anni mi occupo di musica greca, e suono il bouzouki, mi propone di partecipare ad un incontro organizzato al Liceo scientifico statale “Leonardo da Vinci” con gli studenti, riuniti in autogestione, in cui parlerà di musicoterapia e della Casa della Musica.
Il giorno successivo mi presento, con il mio bouzouki, all’ingresso del Liceo Leonardo da Vinci, un gruppetto di ragazze e ragazzi, notando la custodia, mi si avvicina chiedendo “è della Casa della Musica?”. Poco dopo, arrivano due tra gli organizzatori dell’incontro: sono Michele e Matteo, mi informano che il liceo non è occupato, ma, d’accordo con il preside, è in corso per una intera settimana un’autogestione in cui, parallelamente alle lezioni tradizionali, sono stati realizzati vari incontri.
Gli studenti del liceo sono quasi 1100, dei quali circa settecento hanno partecipato all’autogestione: venerdì scorso, quando siamo andati Andrea ed io, nelle stesse ore, era in corso, nell’aula magna del liceo, un affollato incontro con Sergio Cofferati.
Nel grande cortile del liceo, seduti ordinatamente a terra lungo i muri, gli studenti ci ascoltano, in silenzio, per più di un’ora: solo di tanto in tanto qualche leggero brusio viene immediatamente zittito dai ragazzi che siedono con noi al “tavolo della presidenza”. Andrea spiega cosa è la musicoterapia, poi chiede ai ragazzi cosa inserirebbero in una loro ipotetica “casa della musica”, si scopre che tutte o quasi le richieste dei ragazzi sono presenti nella Casa della Musica che esiste già, a poca distanza, nella zona Darsena del Porto Antico di Genova.
I ragazzi sono interessati, non ascoltano distrattamente: dopo Andrea, io inizio a raccontare loro la musica greca, i balli popolari, numerosi e molto diversi fra loro a seconda delle zone, dalle bande di ottoni della Macedonia, al clarino dell’Epiro, al violino delle isole ed al melange greco-turco delle musiche del Dodecaneso: in conclusione, suono alcuni brani di rebetiko, il genere musicale portato dai profughi greci provenienti dalle coste dell’Asia Minore nel 1922, al termine della guerra tra Grecia e Turchia. Ed i ragazzi ascoltano, applaudono, qualcuno si avvicina per poter provare il suono del bouzouki.
Mentre andiamo via, sento che qui si respira una bella aria, ci si sente al caldo: forse non è tutto perduto, in Italia, sperare è ancora possibile.
(Ivo Ruello)
Nessun commento:
Posta un commento