C’è stata una rivoluzione e ora stanno tutti peggio di prima: insomma, la “solita storia”.
A Biserta si può tastare il polso della situazione prendendo un taxi: una delle arterie principali della città era chiamata «Avenue 7 novembre» in “onore” dell’ascesa al potere del dittatore Ben Ali (che succedeva all’ottimo ma anziano Habib Bourguiba).
Dopo la rivoluzione, peste au diable se la si poteva più chiamare in questo modo! Ogni riferimento al cleptocrate e dalla sua famiglia in fuga (con l’ultima tonnellata e mezza d’oro delle casse tunisine in valigia) era bandito con orgoglio.
Dopo un breve sbandamento toponomastico, durante il quale si voleva dare alla strada il nome di un martire locale della Rivoluzione, ci si attestò sul più facile e omogeneo «Avenue 14janvier», la data d’inizio della Revolution du Jasmin.
Ciò dava ampio margine ai francesi di fare un lapsus con il loro 14 juillet .
Ma la delusione è grande: la Libertà non è quello che sembrava, la disoccupazione è in aumento e i ladri anche; i turisti, stanchi di sentire discussioni sui capelli delle donne e spaventati da pericoli immaginari, non vengono più. Il cibo aumenta orribilmente di prezzo.
Un dittatore, ladro sì, ma capace di tenere più o meno in ordine il paese (che ora rigurgita di spazzatura), non era forse un miglior compromesso? Si chiedono in molti.
E così, triste a dirsi, è di nuovo possibile chiedere al tassista di accompagnarci alla ‘7 novembre’ : non reagirà. Se ne può fare una simpatica occasione di discussione politica - “Ci porti per favore alla «7 novembre, o alla 14 gennaio»: a lei la scelta !” - oppure fare come faccio io quando mi sento poco ciarliera : “andiamo alla «Ex 7 novembre», s’il vous plait…”
(Monica Profumo - foto dell'autrice)
(Monica Profumo - foto dell'autrice)
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