venerdì 28 settembre 2012

LE CARTOLINE DI OLI

La newsletter Oli sarà in ferie fino a fine settembre, ma potrà capitare a qualcuno di voler condividere un'immagine, un'esperienza, una testimonianza, o qualsiasi spunto di riflessione in cui si è imbattuto durante l'estate.
Per questo abbiamo pensato di proporre anche quest'anno la rubrica estiva “Le cartoline di Oli”che inizieremo a pubblicare, senza alcuna periodicità, seguendo le occasioni che via via si presenteranno.
Chi lo desiderasse potrà inviare le proprie cartoline all’indirizzo mail della redazione.
Con i nostri auguri,
(La Redazione – immagine di Guido Rosato)

CARTOLINE DI OLI: "Se non ora quando" spiega la corsa sui tacchi

Ci è stato segnalato che alcune persone hanno cercato di commentare la Cartolina di Oli DONNE: "Se non ora quando" inciampa nei tacchi , ma il sistema non ha permesso di inserire i post.
Ci scusiamo per il disguido invitando tutti/e coloro desiderosi di farlo ad inviare i propri commenti all’indirizzo olinews1@gmail.com Sarà nostra cura provvedere ad inserirli.
Di seguito trovate il comunicato stampa di Se non ora quando che spiega le ragioni dell'iniziativa.
(La Redazione)


martedì 18 settembre 2012

LE CARTOLINE 2012 - Concessioni balneari, nonostante l’Europa

Il Gaslini visto con Google Maps
“Il bando è stato pubblicato per scelta su il Giornale perché l’unico quotidiano nazionale con pagina locale in Liguria e anche il meno costoso”. Risparmiosi gli uffici del Comune.
Dunque la gara per riqualificare i famosi Bagni Maria di Genova Quarto è stata resa nota sul ben diffuso quotidiano il 4 agosto, con scadenza entro trenta giorni per partecipare. Come sottolinea il Secolo XIX del 3 settembre: ”Scadrà domani alle ore 12. E qualora non vi fossero partecipanti Tursi sarebbe libero di trattare direttamente con la società interessata la concessione ventennale”. Pare che tanti leggano il Giornale e che tanti siano accorsi a leggere sotto Ferragosto il sito del Comune alla voce Mostra tutto il menù, dove compariva a destra “Avviso manifestazione d’interesse concessione demanio marittimo a Quarto ad uso stabilimento balneare e ristorazione”. Infatti sembra abbiano risposto più d’uno e così la gara si farà, inesorabile Bolkestein.
La Regione aveva sollecitato la pratica, pur se la scadenza per le concessioni balneari è il 2015, su richiesta del concessionario e il Comune ha dovuto obbligatoriamente indire la gara, facendo da “gestore” per l’iter burocratico senza ricavarne un euro.
Dal 2007 tutto il costruito su area demaniale è divenuto proprietà dello Stato e come nel caso dei Bagni Maria, se ristrutturati , lo Stato si ritroverà uno stabile nuovo pièd dans l’eau. Peccato che poi scatti la concessione per decenni a canoni irrisori per queste imprese, trovate dal fisco nei mesi scorsi al 90 per cento non in regola, con scontrini record fino al 500 per cento in più rispetto all’anno precedente (Secolo XIX, 5 settembre 2012). A dispetto della crisi e con tutto il rispetto per chi fa impresa, ma anche per il valore di un bene pubblico, qual'è il litorale, dato che per un centinaio di metri di battigia il costo del canone è di circa mille euro annue. Un vero affare per le casse pubbliche, con abbattimenti anche del 50 per cento se trattasi di Società sportive, presidio sociale quando funzionano sul serio per accoglienza e sport.
A quando un monitoraggio "vero" delle concessioni demaniali?
Forse sarebbe opportuno che gli Enti locali reclamassero decreti attuativi della Normativa europea, visto che incasserebbero anche loro dai canoni aggiornati. Invece le Regioni difendono a spada tratta i privilegi di tali rendite a carattere ereditario perpetuo, che neanche negli Emirati…
Già si ventilano progetti qua e là, da Corso Italia a Nervi: un bell’esempio la gigantesca piattaforma di cemento costruita quest’inverno presso i Bagni Italia per ospitare cabine-suite e vasca idromassaggio con concessione balneare fino al 2030 o giù di lì.
I Bagni Maria consistono in un manufatto fatiscente e insicuro, con tanto di cartelli di preavviso per il pubblico e a cui le mareggiate lambiscono spesso le fondamenta. Il suo rifacimento comporterà non una ristrutturazione, bensì una costruzione ex novo in riva al mare e imprescindibili opere a mare: pagate da chi?
Lo stabilimento in questione confina con un lembo di spiaggia riservato all'ospedale Gaslini, abbandonato al degrado.
Perché non rimettere la spiaggia a posto per i piccoli pazienti e le loro famiglie? Basterebbe fare pulizia e un po’ di beneficenza a chi davvero ne ha bisogno.
L’Europa prevede una durata massima di sei anni per le concessioni, ma se è giusto tenere conto degli investimenti, ancora una volta si favoriscono privati che hanno casualmente una concessione a disposizione, concessione prolungata per vent’anni, se si fanno un po’ di lavori.
Perché non ipotizzare un'opportunità di libera impresa e di occupazione per i giovani?
Intanto l’estate è agli sgoccioli e al mare per i bambini malati ci si penserà un’altra volta.
(Bianca Vergati)

domenica 16 settembre 2012

LE CARTOLINE 2012: IMMIGRAZIONE - Regolarizzazione o condono

L’articolo di Tito Boeri "Il condono e gli immigrati", pubblicato da La Repubblica (11 settembre) è molto interessante. Ha ragione Boeri quando scrive che la sanatoria, più che una regolarizzazione per gli immigrati, è un condono contributivo (e fiscale) e che “rischia di offrire un messaggio ai datori di lavoro che in questo momento non pare certo opportuno: è possibile farla franca perché tanto, prima o poi, ci sarà un nuovo condono”. La regolarizzazione infatti doveva essere per gli immigrati (circa un milione), non per chi li aveva fatti lavorare in nero: andava rilasciato un permesso di soggiorno per tutti coloro che non avessero commesso reati gravi.
Boeri fa una giusta critica delle politiche migratorie degli ultimi dieci anni ma il fallimento in materia è almeno ventennale. Vede soltanto i misfatti del centrodestra e della legge Bossi-Fini di dieci anni fa, ma non quelli del centrosinistra e della legge Turco-Napolitano (1998). La doppia ipocrisia di cui scrive Boeri è infatti alla base di entrambe le leggi. La terza ipocrisia, non citata nell'articolo, è invece la principale, quella di pretendere di poter impedire gli ingressi irregolari e, di fronte all’ingresso irregolare di centinaia di migliaia di immigrati, di trasformarli in soggetti (oggetti) senza diritti, esposti al lavoro nero e ad ogni ricatto (secondo le leggi del centrosinistra) e addirittura perseguibili del reato di clandestinità (secondo il centro destra).
La discontinuità auspicata da Boeri dovrebbe iniziare da una revisione di tutta la politica degli ingressi e la soluzione non è certamente quella della politica degli ingressi selettivi, di immigrati qualificati o culturalmente più vicini a noi, ma quella di rendere semplicemente possibili gli ingressi regolari, almeno quelli di cui il paese ha bisogno. Dall’altra parte non basta la cancellazione del reato di clandestinità, ma occorre una forte politica di regolarizzazione permanente di tutti i presenti sul territorio nazionale. Civiltà, democrazia, libertà, trasparenza, legalità e lavoro regolare contrastano fortemente con la presenza di persone irregolari prive di alcun diritto.
Boeri scrive del “contratto di soggiorno che vincola la presenza regolare al fatto di avere un lavoro, al termine del quale bisogna tornare a casa se non si trova lavoro entro sei mesi”. In verità questa norma non esiste più: è stata modificata dalla riforma Fornero.
Infine, sono necessarie riforme politiche e culturali: diritto al voto, cittadinanza, rispetto e valorizzazione delle diversità culturali e religiose. L’assenza totale della rappresentanza e del punto di vista degli immigrati non ha aiutato chi deve disegnare e governare le politiche migratorie. La rappresentanza politica e sociale degli immigrati non avviene tramite associazioni e comunità immigrate non rappresentative o attraverso quelle definite da Sergio Romani “nomenklature composte da persone ambiziose che aspirano a servirsi dei loro connazionali per diventare gli interlocutori accreditati delle autorità”. La rappresentanza non si realizza con le consulte ed i consiglieri aggiunti senza diritto di voto o attraverso personaggi assimilati, incuranti e addirittura irrispettosi delle loro origini e diversità culturali. La rappresentanza dovrebbe avvenire attraverso la partecipazione di tutte le persone immigrate allo stesso processo politico e sociale dei cittadini italiani esercitando pari diritti politici, a partire da quello del voto, ed attraverso la loro vera ed effettiva partecipazione e rappresentanza nelle varie istituzioni dello Stato e della società (parlamento, consigli comunali e regionali, partiti, associazioni, sindacati, ordini professionali, ecc).
(Saleh Zagholul - foto di Giovanna Profumo)

LE CARTOLINE 2012: ISLAM - Piazze arabe, tra cinema e ragioni storiche

Sulla questione del film contro il profeta musulmano Mohammad, che ha innescato le proteste in vari paesi arabi e islamici, la versione inglese del giornale egiziano al-Ahram  ha scritto, riferendosi alle due facce del partito dei Fratelli Musulmani al governo in Egitto: “Mentre manifestanti egiziani combattevano le forze di sicurezza davanti all'ambasciata americana giovedì mattina, un altro braccio di ferro era in corso - questa volta nel cyberspazio. L’account ufficiale dei Fratelli Musulmani in lingua inglese Twitter @Ikwanweb pubblicava un messaggio dal vicecapo del partito, Khairat El-Shater che si diceva “sollevato in quanto nessuno del personale dell’ambasciata al Cairo si fosse fatto male" e auspicava che le relazioni tra USA e Egitto potessero superare questi eventi. Questo tweet di riconciliazione, però, è stato pubblicato mentre l’account ufficiale dei Fratelli Musulmani in lingua araba e il suo sito ufficiale stavano entrambi lodando le proteste - organizzate contro il film prodotto negli Stati Uniti giudicato diffamatorio verso l'Islam - e convocando un corteo da un milione di uomini venerdì 14 settembre. Un articolo in lingua araba sul sito della Fratellanza aveva come titolo: “La rivolta degli egiziani per difendere il Profeta”. Notata la contraddizione, l'ambasciata statunitense al Cairo ha twittato a sua volta una risposta piccante: "Grazie. A proposito, hai controllato i tuoi feed in arabo? Spero che tu sappia che leggiamo anche quelli".
Il professore di scienze politiche all’Universita di California Asaad abu Khalil ha scritto sul suo blog:
“ 1 - I salafiti in Egitto non sono stati sconvolti dalle occupazioni degli Stati Uniti, né dal sostegno degli Stati Uniti all'aggressione israeliana, né dalla sponsorizzazione degli Stati Uniti delle dittature di Sadat e Mubarak, ma da una ripugnante e fanatica pellicola su Internet.
2 - Guai ad una nazione che si arrabbia e si infiamma a causa di un odioso e fanatico film su Internet invece di arrabbiarsi ed infiammarsi a causa dell'occupazione, dei bombardamenti, delle disuguaglianze e del furto delle risorse naturali. Mi aveva sempre addolorato che i musulmani si sentissero offesi più per l’incendio nella Moschea di Al-Aqsa che per l'occupazione della Palestina. Guai alla nazione che si comporta come un critico cinematografico invece di essere una forza di resistenza all'occupazione israeliana.
3 - Sono stato (tra i pochi) che hanno criticato l’intervento degli Stati Uniti in Libia: allora avevo scritto che gli Stati Uniti stavano ripetendo la scena di un film già visto in Afghanistan. Un film in cui i fanatici che in precedenza erano armati e sostenuti dagli Stati Uniti si rivoltavano contro. I salafiti in Libia stanno usando armi che sono state fornite loro dalla NATO, e sono sicuro che sentiremo parlare di loro nei mesi e negli anni a venire.”
Asaad abu Kahlil aveva visto giusto.
(Saleh Zaghoul)

mercoledì 5 settembre 2012

LE CARTOLINE 2012 - DONNE - "Se non ora quando" inciampa nei tacchi

Nel book shop della Pinakothek der Moderne di Monaco si può acquistare al costo di Euro 6,90 il telecomando Control a woman – falle fare quello che vuoi.
L'oggetto - rigorosamente Made in China - è un giochino in plastica e, come accennava la responsabile del negozio, si tratta di un “simpatico scherzo”.
Sulla confezione è spiegato che funziona solo con “energia positiva” e “speranza” e non sono necessarie batterie. I tasti indicano la possibilità di soddisfare un ventaglio di desideri. La funzione give me (dammi) offre nell’ordine; birra, sesso, cibo. Altri pulsanti la possono far gemere o piagnucolare.
Al centro le funzioni base offrono diverse opzioni: togliere i vestiti, dire si, dire no, cucinare, dimenticare, perdonare. Naturalmente la donna può essere spenta con il tasto off e le si può ordinare di calmarsi o di spicciarsi con i tasti pause o play.
Nell'intenzione di chi lo regala probabilmente si profila la seguente scena: un uomo che lo punta ridendo contro la sua compagna quando è noiosa, stanca o poco incline ai compiti per i quali è stata “creata”. L’impiegata del book shop ha ammesso che non le risultava che il finto telecomando fosse opera di un artista ma che fosse stato scelto solo perché “divertente”.
Mi è parso singolare trovare in vendita, in uno dei più importanti musei tedeschi, accanto ad un catalogo di Matisse, il telecomando Control a Woman.
Molte donne genovesi, aderenti o simpatizzanti del comitato Se non ora quando, avranno ricevuto o riceveranno nei prossimi giorni l’invito a partecipare ad una simpatica iniziativa, la “1° Caruggintacchi - 60 m di sprint su tacco a spillo, dedicata alla donne”.
Anche in questo caso si tratta di una “divertente” corsa a numero chiuso rivolta a 150 donne che si terrà a Genova il 29 settembre. Sul volantino è indicata altezza e larghezza minima del tacco necessaria per partecipare alla gara. Non sappiamo se sono previsti incontri di allenamento. Ma di certo la risata è garantita – anche le fratture? - soprattutto con i trampoli disponibili oggi sul mercato. La tassa di iscrizione di 5 euro verrà interamente devoluta al movimento Se non ora quando. L’iniziativa è parte di un più articolato programma dedicato alla corsa rivolto a famiglie e bambini. Ma non risulta che agli uomini venga richiesto di correre con la ventiquattrore in equilibrio sulla testa, un martello tra i denti o con degli zoccoli olandesi ai piedi.
Mi è parso singolare che un comitato che ha come “mission” la difesa e la valorizzazione delle donne contribuisca a favorirne l’immagine grottesca, goffa, ridicola ispirandosi proprio a quell’immaginario rispetto al quale, in passato, sembrava voler produrre un pensiero più articolato.
(Giovanna Profumo)