Di solito non trasmettono nulla. Ed è inevitabile perché i nomi – con data di nascita e morte – non restituiscono il senso più intimo della loro storia. Genericamente si sa che si tratta di giovani partigiani. Ma le targhe non ci parlano della loro vita, con le imboscate, le fughe, le amicizie e le riunioni politiche. Restituiscono il dato anagrafico, lapidario, appunto.
Che una guida ciclistica si ponga come traguardo l’unire la passione della “pedalata serena” con quella della “memoria” non è cosa da poco di questi tempi e in quest’Italia.
Lorenzo Torre con il suo libro ha ripercorso i passi di chi ha scelto, dopo il 1943, di battersi per la libertà. Bicicletta Partigiana (Joker edizioni) propone al lettore ciclista dodici itinerari corredati da accurate schede tecniche e informazioni storiche, con l’obbiettivo di ridare alla memoria il peso specifico che le spetta. Siamo nelle valli appenniniche comprese nel poligono che ha come estremi Genova, Varazze, Ovada e Tortona, Voghera, Bobbio e Sestri Levante, per entrare nella 6° Zona Operativa. Negli itinerari c’è modo di ricordare, tra gli altri, anche i partigiani sovietici che si unirono ai nostri, c’è la memoria degli eccidi – dalla Benedicta alla strage di Portofino – per pedalare alla Scoffera nel ricordo di Ramon, Quarto e Nato fucilati il 27 luglio 1944, che sono solo tre delle molte vite che emergono nella guida.
L’auspicio è che il lavoro di Lorenzo Torre trovi diffusione, oltre che tra i ciclisti, anche tra gli amanti della Liguria e della sua storia.
(Giovanna Profumo)
martedì 19 giugno 2012
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