Cari Lettori di Olinews,
raccolgo con piacere l'invito della redazione a presentarvi un'iniziativa che ritengo importante dal punto di vista scolastico e civile.
Sono insegnante nella scuola statale e come tale ho sempre considerato fondamentale garantire agli alunni il diritto alle attività didattiche alternative all'insegnamento della religione cattolica.
Molti di voi già sanno che in seguito al Nuovo Concordato del 1984 tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica, l'insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica italiana ha cessato di essere curricolare, per divenire facoltativo. Se prima era necessario inoltrare alle segreterie scolastiche formale richiesta di esonero, successivamente le famiglie hanno potuto decidere all'atto dell'iscrizione se avvalersi o meno dell'Irc. Per coloro che non intendono farlo è da allora prevista la possibilità di scegliere fra differenti opzioni, tra cui lo svolgimento di attività didattiche e formative alternative all'Irc.
Ancora oggi, però, a più di 25 anni di distanza, in moltissime scuole italiane tali attività non vengono né programmate né svolte. In sostanza genitori e studenti sono spesso costretti ad accettare la riduzione dell'orario scolastico o lo studio individuale o ad acconsentire a soluzioni che non rispecchiano le loro intime convinzioni.
Per rispondere costruttivamente a tale situazione, quest'anno la scuola statale sperimentale Don Milani presso cui lavoro, supportata del Laboratorio di Tecnologie Didattiche, ha organizzato e coordinato un progetto di rete tra docenti di diverse scuole intitolato: “L'insegnamento di Attività Alternativa: quali prospettive?” (per maggiori informazioni: http://www.labtd.it/partecipa/).
Obiettivo del progetto è stato promuovere la cultura e le buone pratiche delle attività didattiche e formative alternative all'insegnamento della religione cattolica in ogni ordine e grado di scuola, attraverso l'aggiornamento e il confronto del personale scolastico circa la normativa, la didattica e le diverse problematiche relative a tale ambito di insegnamento.
Il progetto ha consentito lo scambio tra una trentina di partecipanti, accomunati dalla convinzione che la programmazione di attività alternative rappresenti una basilare condizione di rispetto della normativa vigente e di garanzia del principio di equità all'interno del contesto scolastico.
Il percorso di concluderà con un interessante convegno, ospitato a Palazzo Ducale – sala del Munizioniere - giovedì 24 maggio (ore 14.30 – 19.00).
Il convegno, patrocinato e sostenuto da diverse istituzioni e associazioni sia locali sia nazionali, prevede la presentazione dei documenti redatti in modo collaborativo dai docenti coinvolti nel progetto, gli interventi di autorevoli relatori sul tema delle attività alternative, una tavola rotonda con dibattito pubblico conclusivo.
vviamente mi auguro che tale evento possa essere un'occasione di incontro anche per i lettori di OLInews!
(Valeria Ghiron - referente del progetto "L'insegnamento di attività alternative: quali prospettive?")
raccolgo con piacere l'invito della redazione a presentarvi un'iniziativa che ritengo importante dal punto di vista scolastico e civile.
Sono insegnante nella scuola statale e come tale ho sempre considerato fondamentale garantire agli alunni il diritto alle attività didattiche alternative all'insegnamento della religione cattolica.
Molti di voi già sanno che in seguito al Nuovo Concordato del 1984 tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica, l'insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica italiana ha cessato di essere curricolare, per divenire facoltativo. Se prima era necessario inoltrare alle segreterie scolastiche formale richiesta di esonero, successivamente le famiglie hanno potuto decidere all'atto dell'iscrizione se avvalersi o meno dell'Irc. Per coloro che non intendono farlo è da allora prevista la possibilità di scegliere fra differenti opzioni, tra cui lo svolgimento di attività didattiche e formative alternative all'Irc.
Ancora oggi, però, a più di 25 anni di distanza, in moltissime scuole italiane tali attività non vengono né programmate né svolte. In sostanza genitori e studenti sono spesso costretti ad accettare la riduzione dell'orario scolastico o lo studio individuale o ad acconsentire a soluzioni che non rispecchiano le loro intime convinzioni.
Per rispondere costruttivamente a tale situazione, quest'anno la scuola statale sperimentale Don Milani presso cui lavoro, supportata del Laboratorio di Tecnologie Didattiche, ha organizzato e coordinato un progetto di rete tra docenti di diverse scuole intitolato: “L'insegnamento di Attività Alternativa: quali prospettive?” (per maggiori informazioni: http://www.labtd.it/partecipa/).
Obiettivo del progetto è stato promuovere la cultura e le buone pratiche delle attività didattiche e formative alternative all'insegnamento della religione cattolica in ogni ordine e grado di scuola, attraverso l'aggiornamento e il confronto del personale scolastico circa la normativa, la didattica e le diverse problematiche relative a tale ambito di insegnamento.
Il progetto ha consentito lo scambio tra una trentina di partecipanti, accomunati dalla convinzione che la programmazione di attività alternative rappresenti una basilare condizione di rispetto della normativa vigente e di garanzia del principio di equità all'interno del contesto scolastico.
Il percorso di concluderà con un interessante convegno, ospitato a Palazzo Ducale – sala del Munizioniere - giovedì 24 maggio (ore 14.30 – 19.00).
Il convegno, patrocinato e sostenuto da diverse istituzioni e associazioni sia locali sia nazionali, prevede la presentazione dei documenti redatti in modo collaborativo dai docenti coinvolti nel progetto, gli interventi di autorevoli relatori sul tema delle attività alternative, una tavola rotonda con dibattito pubblico conclusivo.
vviamente mi auguro che tale evento possa essere un'occasione di incontro anche per i lettori di OLInews!
(Valeria Ghiron - referente del progetto "L'insegnamento di attività alternative: quali prospettive?")
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