“Cerchi lavoro? Non dire che sei laureato”, è il titolo del servizio su Il Secolo XIX di martedì 1 maggio, storia di un venticinquenne disoccupato, con tesi in Diritto Internazionale, plurilingue, che in un mese a Genova non ha avuto nemmeno una risposta alle sue domande di lavoro.
Caso mai un’offerta nel terziario, per intenderci al 75 per cento cuoco o cameriere stagionale.
Recita l’Agenzia dell’Onu, insieme all’Istat che la disoccupazione giovanile ha raggiunto in Italia il 35,9 per cento, mentre sono un milione e mezzo quelli che in generale non cercano lavoro.
Tema ineludibile di questi tempi l’occupazione, con uno sguardo a chi il lavoro lo ha perso, lo cerca o lo dovrà cercare, ovvero un’emergenza che dovrebbe riguardare in primis i giovani.
Il Governo ha proposto l’avvio di un’impresa di un giovane ad un euro, averceli però gli altri soldi che servono, chiedilo alle banche.
Anche alla festa del Primo Maggio si è fatto un gran parlare dei giovani, a cui la politica dedica ultimamente fiumi di discorsi, li sbandiera nelle liste e nei comizi. Paiono panda dello zoo, ma che vuoi, i panda mangiano soltanto germogli di bambù e allora sono difficili da preservare, in fondo in fondo anche un pochino ingombranti. Così i ragazzi d’oggi nella testa di tanti che giovani non lo sono più, che dicono ai miei tempi eh, bei bamboccioni che vogliono anche il posto e non si danno da fare. Sovente si evocano gli anni del dopoguerra, del boom, gli anni ’70.
“Ci uniscono le storie, la Storia”... ma non si dice che noi “anta” ci siamo mangiati il futuro.
Pure il Presidente della Repubblica ha detto basta nostalgie.
Intanto nella campagna elettorale per il Comune la parola lavoro pare un mantra. Un mantra monco, la dicotomia dovrebbe essere “lavoro-giovani”.
E’ vero, un sindaco non può fare più di tanto per l’occupazione, magari può favorire le aziende per gli spazi sul territorio, nel rispetto di ambiente e cittadini, con una mobilità efficiente, una burocrazia virtuosa o sinergie fiscali con le altre Istituzioni.
I candidati-sindaco vanno in giro ad ascoltare però la gente più disparata, dai lavoratori in cassa integrazione, ai famigliari dei malati, ai protestatari del parcheggio o dell’inquinamento acustico e ambientale, il verde, i buchi delle strade. Tutti argomenti che hanno la loro importanza nella quotidianità, portati però a volte in primo piano da alcuni che la loro parte di vita l’hanno già avuta. Meno male che c’è chi dedica spazio e ascolto agli invisibili, agli ultimi, che pure non sono pochi.
Ma all’ascolto dei giovani chi ci va?
Solo i candidati sindaco del Movimento Cinque Stelle e della Lega Nord erano presenti in prima persona martedì 24 aprile al Ducale alla Consulta degli studenti, con centinaia di ragazzi, neanche i media hanno dato peso alle assenze, menzionato l’evento.
Il futuro non appassiona neanche un po’, la nostra è malinconicamente una città di vecchi, mentre stanno sparendo delle generazioni.
(Bianca Vergati)
mercoledì 2 maggio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento