In base alla legge 183/2011, i certificati rilasciati dalla Pubblica Amministrazione devono essere sostituiti da dichiarazioni sostitutive di certificazione o di atto di notorietà e le amministrazioni e i gestori di pubblici servizi non possono più accettarli né richiederli: la richiesta e l’accettazione dei certificati costituiscono violazione dei doveri d’ufficio. Da questo positivo provvedimento di semplificazione sono esclusi i cittadini immigrati. Una circolare del ministero dell’Interno, infatti, dispone che continua a prevalere una norma del regolamento d’attuazione del Testo Unico sull’immigrazione risalente al 1999 in base al quale l’uso da parte dei migranti delle dichiarazione sostitutive non è consentito quando l’esibizione o la produzione di specifici documenti è prevista dal Testo Unico (1998) e dallo stesso Regolamento (1999).
Ad esempio, si continuerà a chiedere agli immigrati che presentano domanda di ricongiungimento familiare di consegnare il certificato di idoneità igienico sanitaria dell’alloggio, questo certificato viene rilasciato da un geometra iscritto al collegio dei geometri laureati della provincia di Genova e costa circa 70 euro. Dal 1998 fino al 2002 lo stesso certificato veniva rilasciato dagli uffici comunali costando circa 3 euro. Vi si attestava che l’alloggio non presentava problemi igienico sanitari, mentre in questura veniva calcolato il numero massimo delle persone che potevano abitarvi, in base al numero delle stanze.
Si continuerà dunque a chiedere agli immigrati di produrre altri certificati come ad esempio il certificato del casellario giudiziario e il certificato delle iscrizioni relative ai procedimenti penali in corso quando presentano domanda di carta di soggiorno.
Tutti questi certificati, ed altri ancora, non hanno alcuna ragione di essere chiesti ai migranti, in presenza delle nuove norme sulla semplificazione entrati in vigore dal 1 gennaio 2012, e dovrebbero essere sostituiti con le autocertificazioni in quanto riguardano “stati, fatti e qualità personali certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici o privati italiani”, ma saranno sempre richiesti ai migranti a causa, come denunciano le segreterie nazionali di CGIL, CISL, UIL e ACLI in una lettera aperta ai ministri Cancellieri e Griffi, del ritardo nelle procedure di dialogo informatico tra le banche dati delle varie amministrazioni.
(Saleh Zaghloul)
martedì 6 marzo 2012
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