Oggi, invece, il cartello resta lì per settimane, nessuno reclama quello spazio fatto per pubblicizzare esercizi commerciali che oggi non esistono più, che continuano a chiudere con effetti devastanti per l'economia locale. Farebbe meglio il Comune a mettere la foto di un prato, di una prateria "celeste", una di quelle nella quali Tex Willer mandava a galoppare coloro che abbandonavano questa "valle di lacrime". Oggi, in quelle praterie troveremmo i negozi morti anche per colpa della politica dissennata di Tursi, che insiste nel procreare centri commerciali a discapito del piccolo artigianato e del commercio locale. Il nuovo Puc ne prevede 5 in più.
Genova - Un cartello del Comune in assenza di pubblicità pagante. |
Tursi e la Regione sono anni che foraggiano la grande distribuzione ( leggi Coop ) a scapito della concorrenza ( leggi Esselunga ).
RispondiEliminaSe fosse entrata sul mercato quest'ultima si sarebbe vista una battaglia allo sconto che avrebbe strangolato ancora di più il negozio sotto casa ma i prezzi si sarebbero abbassati... Oggi a Pavia o a Milano l'alimentare costa circa il 6-8% in meno che nella Grande Genova...
Compro il più possibile nei mercati comunali, facendo lavorare il piccolo commercio e sostenendo l'economia locale. E non è vero che costa di più che nella GDO. La Francia ha appena riscontrato che un agricoltore su tre ormai vende a km0, aumentando i propri guadagni e offrendo prodotti di qualità (magari senza tante inutili certificazioni). Inoltre nel mercato comunale posso trattare la diminizione degli imballi, mentre ad esempio non compro più nella catena Basko perché non è possibile rinunciare ai sacchetti di alluminio che contengono un etto di prosciutto già fasciato in carta plastificata: gli addetti si rifiutano di soddisfare la mia richiesta di non averli. Trovo intollerabile che il Comune di Genova non agisca per la riduzione degli imballi inutili.
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