martedì 29 novembre 2011

OLI 322: SCARPINO - Il gassificatore ossigena l'aria di Genova

"Paperopoli, avete presentato Paperopoli!", urla una delle trenta persone del pubblico verso il Presidente di Amiu Riccardo Casale, al convegno organizzato presso la sede genovese di Confindustria per parlare del progetto Scarpino. Insieme a Casale sul palco troviamo Giorgio Mosci (La Maona, organizzatori del convegno), Mario Bottaro (BJ Liguria Business Journal, che ha pubblicato lo scoop del progetto Scarpino in barba ai giornali locali), Giovanni Calvini (Presidente Confindustria di Genova). Al dibattito hanno partecipato anche Renata Briano (Regione Liguria), Carlo Senesi (assessore comunale), Matteo Campora e Alessio Piana (consiglieri comunali), Riccardo Brancucci (Università di Genova), Stefano Bernini (Municipio Sestri Ponente). Il moderatore Luigi Leoni (caporedattore de Il Secolo XIX) ha tenuto saldo il timone del dibattito che ha trovato punti di disaccordo culminati, alla fine, con alcune domande del pubblico contate sulla punta di mezza mano.
Riassumento l'intervento di Casale, in quattro anni e mezzo Amiu, sotto la sua dirigenza, avrebbe prodotto un cambiamento epocale, partendo da una situazione di grande degrado della discarica di Scarpino per arrivare oggi ad un progetto, approvato, d'installazione di un "impianto di fine ciclo", così viene chiamato il gassificatore da trecento milioni di euro che s'intende costruire a pochi chilometri da Genova, nel disegno di BJ con un camino incredibilmente basso. il Prof. Brancucci ammette con serena tranquillità che l'università non ha preso parte al progetto se non per la valutazione d'impatto ambientale, e che ritiene che questa tecnologia sia la migliore perché gli è stato detto dagli altri tecnici, che lo hanno convinto. In coda inizia un dibattito che trova in Campora il momento di rivincita dell'inceneritore, perché si hanno dubbi sul gassificatore: insomma, o zuppa o pan bagnato, ma sempre di bruciare si tratta. Oltre al gassificatore, che naturalmente secondo Casale non inquina, un parco eolico con ben "tre" pale, un po' di pannelli solari, una microturbina per idroelettrico, una palazzina dove sorgerà un Centro di educazione ambientale per comprendere il ciclo dei rifiuti che alberga nella testa di questa amministrazione.
Una nota simpatica: Casale inizia la sua trattazione promettendo ben 350 slides, a supporto del progetto Scarpino, poi per mancanza di tempo, offre al pubblico, con un sorriso, una più elementare sequenza di 35 foto, con la promessa di dare i numeri a voce.Nessuna menzione alla riduzione degli imballaggi, alla raccolta differenziata, nemmeno al riuso e al riciclo. Per Amiu il mondo inizia nel cassonetto, e vista la capacità "produttiva" del gassificatore progettato, bisognerà che la raccolta differenziata non superi il 60/70% (target odierno dell'Unione Europea).
Lo scrivente ha proposto di pubblicare le ormai famose 350 slide di Amiu, ma trova il secco “no” di Casale, che si difende con la solita storia dei dati riservati, dopo che aveva osannato la fiducia derivante dalla trasparenza. Suggeriamo al Presidente Casale di ripensarci, e di pubblicare "tutte" le 350 slide sul sito dell'azienda - pubblica - da lui presieduta: le conteremmo una ad una. Non si vorrebbe che qualche cittadino curioso inizi a fare la "pittima di Powerpoint" davanti al suo ufficio.
(Stefano De Pietro - disegno di Guido Rosato)

5 commenti:

  1. 1 - sviluppare al max la differenziata con la raccolta porta a porta, si dà lavoro a molte persone
    2 -se proprio si deve bruciare, allora ripensare il progetto Ansaldo di sostituire la Concenter in porto con ricupero del teleriscaldamento delle case

    Gin Migone

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  2. la raccolta differenziata non può limitarsi, in proiezione, al 70%, ma deve andare oltre

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  3. Già, ma se la raccolta differenziata, che io faccio da anni, diventa poi indifferenziata quando arriva in discarica? E' quello che tanti dicono, alla faccia di chi, come me, deve fare un bel giretto del quartiere per poter depositare carta, plastica, vetro, umido...
    Perché non mandiamo un po' in giro per l'Europa i nostri assessori, e i politici che stanno più su di loro, per vedere cosa fanno negli altri Paesi, e magari cercare di imitare le idee migliori, e magari applicarle pure?

    Paola

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  4. A Vedelago esiste un centro di riciclo che serve un bacino di circa un milione di persone e assicura un riuso della "rumenta" di più del 90%.
    Il sito web: www.centroriciclo.com.
    La nostra amministrazione non ha la capacità organizzativa per realizzare progetti come questo, quindi deve avere il buon senso di farsi sostituire da menti fresche che possano far davvero migliorare la vita dei cittadini.

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  5. pubblichiamo e pubblicizziamo Vedelago , se le persone lo conoscono forse capiscono che si pò fare a meno dell'inceneritore .

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