Errare è umano, dicevano i romani, ma continuare a sbagliare è da fessi. Dopo la figuraccia della posta elettronica certificata equamente attributa a Poste, Telecom e Governo, adesso anche Istat si lancia nella rupe tarpea dell'informatica di stato: il sito del censimento online, tanto ben pubblicizzato sui moduli inutilmente distribuiti a chi vorrebbe usare il web, semplicemente non funziona. L'informatica dei bambini colpisce ancora una volta, è ormai evidente che nel governo italiano mancano le competenze. Il censimento generale 2011-2012 è costato 590 milioni di euro. Un caro amico di origine trinacrie ha esclamato in un simpatico dialetto locale: "ma, minchia! non abbiamo i soldi per le scuole e questi si spendono 590 milioni di euro per contarci?". Come dargli torto? Non sono stati nemmeno capaci di tradurre in italiano un errore del server.
(Stefano De Pietro)
martedì 11 ottobre 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento