A gennaio dicono una cosa. A giugno un’altra.
E’ tenuta la cittadina a comprendere le “congiure” che si terrebbero nelle segrete stanze dei partiti? Cosa è mai questa storia del “nodo politico” con il quale Marcello Danovaro - capogruppo del Pd in Consiglio Comunale - definisce Marta Vincenzi?
“Il sindaco accetti di ricucire il rapporto con il partito e si metta realmente in ascolto delle istanze che vengono dal basso”, dichiara sempre Danovaro sulle pagine del Secolo XIX nel giorno di festa della Repubblica.
Ma di cosa stanno parlando?
“Istanze che vengono dal basso” – sussurra il lettore.
Certamente chi dichiara queste cose si riferisce al biglietto dell’autobus a 1 euro e 50, al fatto che alla prima pioggia a Genova si allagano i sottopassi e dà voce ai problemi di viabilità e centro storico che certamente verrebbero risolti se Marta Vincenzi ricucisse il rapporto con i partiti. Forse pensa alla Moschea. O alla Fondazione Carige. E alla trasparenza, termine con il quale, si rendono accessibili a tutti gli elettori i costi di un intervento attuato dalla macchina comunale. Perché “dal basso”, cittadina e cittadino, parlano di queste cose. Roba concreta come marciapiedi, parcheggi di interscambio, traffico, attese alle pensiline degli autobus. Chi dice così pensa alle spiagge libere e alle piscine comunali e ai cimiteri della città.
Chi parla “di istanze che vengono dal basso” porta nel cuore le necessità dei cittadini e i loro bisogni?
E’ una questione di distanza. E di parole.
Così com’è stata presentata, la vicenda della possibile ricandidatura della Vicenzi pare collocarsi nel linguaggio con il quale partiti e rappresentanti di partito amano dialogare. Si tratta di un linguaggio altro – non alto – del quale il cittadino non è tenuto a conoscere dizionario.
Quindi chi parla di nodo politico dovrebbe fare una lista fruibile di tutte le sue perplessità.
Dieci punti bastano.
Forse c’è l’entrata in giunta di Ottonello, ed un'incapacità di Marta Vincenzi di condividere con i cittadini le cose fatte.
L’invito è volare più basso. Trovando il coraggio di dare il vero nome alle cose. E in ultima istanza di candidarsi alle primarie, mettendoci la faccia.
In caso contrario il mazziere allestisca la partita nelle stanze dei partiti. E la mantenga dentro a quelle mura. Perché è probabile che il cittadino abbia poca voglia di giocare a Machiavelli.
(Giovanna Profumo, foto di Paola Pierantoni)
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