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La pagina di google.it come risultato della ricerca di "furto pc" - 4 giugno 2011 |
E' notizia di alcuni giorni fa che un furto di un semplice computer negli uffici dell'Enel mette a rischio la segretezza dell'elenco dei siti
target per la costruzione di centrali nucleari, in Italia e all'estero. Il computer, a quanto si apprende nell'
articolo de La Stampa del 3 giugno 2011, è un semplice portatile che era "custodito" in un cassetto chiuso a chiave. L'AD di Enel, Fulvio Conti, evidentemente non può essere un esperto di sicurezza, tanto meno informatica, se non si stupisce che i suoi tecnici possano tenere dati tanto segreti su un pc portatile. Il buon senso lascerebbe immaginare un sistema centralizzato, che non permetta di copiare dati localmente. Se sono queste le persone che dovrebbero gestire il programma nucleare italiano, cominciamo bene. Viene anche puntato il dito sul referendum, come se la ghiottoneria di rubare informazioni così riservate potesse derivare solo da un interesse "politico", dimenticandosi l'opportunità che potrebbe dare conoscere in anticipo le aree sulle quali dovrebbero sorgere centrali nucleari, ad esempio a puro scopo speculativo sui terreni. Tutta la vicenda getta un'ombra di irresponsabilità già dalle prime luci dell'alba di un giorno che dovrebbe vedere nel pomeriggio la costruzione di una centrale nucleare in Italia.
Oltre a ciò resta l'interrogativo sulla legittimità di un documento in un qualche modo secretato in un'azienda di interesse nazionale.
L'eventuale pubblicazione di questi dati ci regalerebbe la simulazione di quella che dovrebbe essere la politica di Enel se fosse un'azienda veramente trasparente, senza segreti in quanto dedita al lavoro per il reale benessere dei cittadini, non della solita casta.
Intanto cercando su Google un'immagine per la voce "furto pc", le prime due pagine presentano solo il marchio Enel: chi la fa, l'aspetti.
(Stefano De Pietro)
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