La settimana scorsa, mi sono recato a Fidenza per lavoro. Per il ritorno in treno sono munito di:
• biglietto Intercity Fidenza-Milano Rogoredo
• biglietto Intercity Milano Rogoredo-Genova
Arrivo in stazione a Fidenza in anticipo, vedo che il mio Intercity è annunciato con 5 minuti
di ritardo, ma per fortuna ci sarebbe un treno regionale una mezz’ora prima che mi permetterebbe di “onorare” la coincidenza a Milano Rogoredo. I condizionali sono d’obbligo, infatti presentandomi in biglietteria mi si dice che non posso cambiare un biglietto Intercity con un regionale (di costo minore), ma potrei acquistare un secondo biglietto regionale e cambiare il biglietto Intercity con un nuovo biglietto con due mesi di validità. Tutto ciò perché i proventi dei biglietti regionale ed Intercity finiscono in casse diverse: senza cambio biglietto,
salendo sul regionale, sarei di fatto sprovvisto di biglietto: alla mia obiezione che, come utente, questa strana burocrazia mi pare assurda, l’operatore difende con cieca certezza la logica ineccepibile della doppia contabilità. Lascio perdere, attendo il mio Intercity, che arriva coi suoi regolari 5 minuti di ritardo: peccato che, giunti a Piacenza, restiamo fermi per problemi al locomotore. Per farla breve, arriviamo a Milano Rogoredo con 20 minuti di ritardo, la mia coincidenza è ormai perduta: mi reco in biglietteria, scopro che il prossimo treno è un regionale (ahi, ahi ahi!!!), il problema si ripropone, compro un nuovo biglietto regionale, mentre per il biglietto Intercity (treno perso per ritardo di un altro Intercity) mi viene dato l’indirizzo mail rimborsi@trenitalia.it a cui chiedere l’eventuale rimborso. Il treno regionale mi conduce “felicemente” a Genova alle 22,23: se si vuol calcolare la velocità commerciale del mio viaggio, Genova-Fidenza in auto distano 185 kilometri:
partendo da Fidenza alle 17,50 ho impiegato circa 4,5 ore, ottenendo così una brillante prestazione di poco più di 40 chilometri orari. Si dirà, ho perso una coincidenza, è un evento eccezionale (!), calcoliamo la velocità commerciale se non avessi perso la coincidenza: partendo alle 17,50 sarei arrivato alle 20,46. E qui le cose decisamente cambiano, infatti la velocità commerciale è ben superiore, arriva a ... 63 chilometri orari!
Nei giorni successivi decido di verificare come siano cambiati i tempi di percorrenza col passare degli anni. Trovo facilmente, nel forum delle ferrovia, un post che rimanda ad orari storici
http://www.ferrovie.it/forum/viewtopic.php?f=4&t=19569
Riesco a raggiungere l’orario del lontano anno 1961 (50 anni fa!), e cercando i tempi di percorrenza sulla linea Torino-Roma della tratta Alessandria-Genova Principe, riportata all'indirizzo
https://picasaweb.google.com/paolaivofoto/OLI301#5606262358364775122
ottengo per confronto i seguenti tempi:
1961: tempi compresi tra 54 minuti (treno R565GR “Tirreno”) ed 1 ora e 30 minuti (12 treni).
2011: tempi compresi tra 53 minuti ed 1 ora e 31 minuti.
Il raffronto è desolante, 50 anni passati “quasi” invano: certo, abbiamo guadagnato l’Alta Velocità che, sulle tratte più importanti (quali Milano-Roma) permette, a caro prezzo, di avere tempi paragonabili ad un volo aereo, ma non riesco ad evitare di ripensare ai primi versi de “La locomotiva” di Francesco Guccini “treni di lusso, lontana destinazione"...
(Ivo Ruello)
http://www.ferrovie.it/forum/viewtopic.php?f=4&t=19569
Riesco a raggiungere l’orario del lontano anno 1961 (50 anni fa!), e cercando i tempi di percorrenza sulla linea Torino-Roma della tratta Alessandria-Genova Principe, riportata all'indirizzo
https://picasaweb.google.com/paolaivofoto/OLI301#5606262358364775122
ottengo per confronto i seguenti tempi:
1961: tempi compresi tra 54 minuti (treno R565GR “Tirreno”) ed 1 ora e 30 minuti (12 treni).
2011: tempi compresi tra 53 minuti ed 1 ora e 31 minuti.
Il raffronto è desolante, 50 anni passati “quasi” invano: certo, abbiamo guadagnato l’Alta Velocità che, sulle tratte più importanti (quali Milano-Roma) permette, a caro prezzo, di avere tempi paragonabili ad un volo aereo, ma non riesco ad evitare di ripensare ai primi versi de “La locomotiva” di Francesco Guccini “treni di lusso, lontana destinazione"...
(Ivo Ruello)
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