Impazza in questi giorni la querelle fra istituzioni per l'ospedale del ponente che non è stato inserito nel futuro Puc dall'amministrazione comunale genovese perché "Il progetto non esiste".
In realtà uno c'era ma è tramontato.
"Ma se i soldi ci saranno, anche subito si può fare" dichiara la sindaco sul Mercantile del 3 maggio.
La Regione ribatte che "per ora i soldi non ci sono, ma la scelta è già stata fatta ed è l'area delle ex acciaierie di Cornigliano, dietro la restaurata Villa Bombrini" (Il Secolo XIX 1 maggio 2011).
Una proposta forse poco gradita al Comune, che aveva presentato ben quattro altre opzioni, passando dall'area di Campi, appetita dal patron della Sampdoria per lo stadio, alla Calcinara di Sestri Ponente, dove vi sono gli attuali insediamenti delle aziende high tech come Esaote, che si dovrebbero spostare agli Erzelli, fino alla Carmagnani Superba di Multedo.
Ancora prima si era ipotizzato dalla giunta regionale ora all'opposizione l'ex area Mira Lanza: il progetto cancellato è costato 500 mila euro di danni.
Una disputa dunque su un ospedale che si costruirebbe in aree ancora da smantellare con industrie da trasferire: il tutto senza finanziamenti, che sono stati dirottati sul Galliera, benemerito della Curia per cui si è avuto un iter ultrarapido, già si parla di gare d'appalto lavori per un polo sanitario-gioiello, residenze, commerciale e parcheggi annessi.
I quattrini per il futuro ospedale del ponente si troveranno con la vendita di altri tre ospedali del ponente medesimo, Villa Scassi, a Sampierdarena, il Padre Antero a Sestri e il Gallino a Pontedecimo. Un bel rigiro,avvilimento a parte dei cittadini ponentini.
Ospedali grandi, piccoli, vecchi o no, probabilmente non tutti servono, infatti si sono dismesse un po' di specialità, non senza ragione, visti i doppioni di reparti e di primari. E poi siamo diminuiti di popolazione e invecchiati, perchè farne un altro? Forse per uno più moderno...
Magari una risposta sta nel nuovo Puc che prevede per l'ospedale S.Martino “una riorganizzazione funzionale e dell'assetto insediativo”: oltre al sanitario e l'università, parrebbe che 60mila metri quadrati di superficie agibile nei pressi di viale Benedetto xv, dove hanno sede i padiglioni universitari, siano destinati “alla riconversione agli usi urbani consentiti”. Lo stesso dicasi per l'area del Maragliano, altri 19 mila metri quadrati.
Una riqualificazione dalle “funzioni complementari ammesse di residenza, strutture ricettive alberghiere, ..uffici, servizi e parcheggi privati”.
Non pare che nuovi ospedali servano soprattutto per le esigenze sanitarie dei cittadini.
Intanto si è compiuto l'ultimo trasloco di vecchi pazienti dell'ex ospedale psichiatrico di Quarto, che faceva parte della cartolarizzazione per ripianare il buco della sanità e anche per quest'area c'è già nel Puc un'altra bell'ipotesi di trasformazione.
Insomma si stanno riprogettando i luoghi di cura e a onor del vero gli sprechi sono stati tanti, cosi cittadini devono essere grati, si sta pensando a loro, spazio al nuovo e alla tecnologia.
Ce lo spiegherà meglio il nuovo consulente assunto per "le attività preordinate all'adozione del progetto: mille euro al giorno per 50 giorni" titolava il Giornale il 28 aprile 2011 ,unico a dare la notizia.
Mentre si progetta il pubblico (sulla carta s'intende), il privato già si è attrezzato: ristrutturazioni alla grande in Albaro, dove un polo sanitario privato sta costruendo una palazzotto con una decina di nuove sale operatorie.
(Bianca Vergati)
martedì 3 maggio 2011
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