Fotografia tratta dal sito di La Repubblica, ed. Bari |
Ne parla – isolatamente - La Repubblica del 21 marzo, pagina nazionale, con un articolo di Giovanni Di Meo.
Anche a Genova furono le donne del Comitato salute e ambiente a mettere – antipaticamente – in discussione il fatto che fosse “inevitabile” pagare in salute il diritto al lavoro. A sparigliare gli equilibri, a percorrere la via della “irragionevolezza”, a chiedere a industriali, istituzioni e sindacato la capacità di progettare un lavoro che non facesse male.
Le donne tarantine richiamano in un loro comunicato quel che avvenne a Genova, l’indagine epidemiologica che nel 2001 determinò la decisione di chiudere l’area a caldo dell’Ilva, ma ormai l’idea che l’Ilva di Cornigliano e quella di Taranto appartengano allo stesso gruppo sembra svanita dalle coscienze. Anche quella del sindacato: che ognuno si arrangi con le sue polveri, il suo inquinamento, le sue malattie e la sua disoccupazione.
(Paola Pierantoni)
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