8 marzo 2011, dopo l’incredibile riuscita delle manifestazioni del 13 febbraio, l’appuntamento dell’8 marzo quest’anno può riservare l’insidia del confronto. Perché è facile prevedere che in parecchi si lanceranno, impropriamente, in questo esercizio.
A Genova e in Italia le donne lo sanno e non se preoccupano eccessivamente. Il 13 marzo è nato da un appello delle donne, ma è stato il catalizzatore di un disagio politico generale verso questo insopportabile governo.
L’8 marzo è l’appuntamento delle donne, a volte disertato, a volte partecipato nel tentativo di mettere a punto lo stato delle cose, di verificare obiettivi, convergenze, divergenze.
Anche quest’anno gli eventi saranno tanti, si intrecceranno e si sovrapporranno, esprimeranno varietà di penseri, orientamenti, punti di interesse. C’è chi ne sta stilando l’elenco, per dare visibilità a tutti.
Poi ci sarà, a Genova, come in tutte le altre città in Italia, l’appuntamento corale, quello che segna la continuità con il “Se non ora quando” del 13 febbraio. Un documento scritto dal comitato nazionale “Se non ora quando” lancia lo slogan di questo 8 marzo: “Rimettiamo al mondo l’Italia”, e mette a disposizione un documento che ha al suo centro il lavoro.
A Genova l’appuntamento sarà in Piazza Matteotti dalle 18 alle 19, tutte con la sciarpa bianca e una sveglia. Una sveglia? Si, per suonare la sveglia all’Italia, dire che è l’ora di uscire da questo brutto incantesimo da brutti addormentati. E alle 18.30 in punto tutte le sveglie suoneranno.
(Paola Pierantoni)
martedì 1 marzo 2011
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