Sono una ricercatrice, e delegata aziendale Cgil, dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova. Insieme ai lavoratori dell’IST sto portando avanti una battaglia contro l’accorpamento con l’Azienda Ospedaliera San Martino. L’IST è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) oncologico in cui lavorano 650 dipendenti in ruolo, di cui 107 impegnati al 100% in ricerca, e 150 precari a vario titolo (circa 70 sono ricercatori precari). Gli IRCCS sono centri di eccellenza il cui compito è quello di coniugare assistenza e ricerca per portare innovazione al Sistema Sanitario. Fondamentale, è la loro indipendenza ed autonomia. Dal 4 agosto (giorno della delibera del Consiglio regionale n. 19 sul riordino della rete ospedaliera) ad oggi (a pochi giorni dal voto in Consiglio sul ddl n. 75 che applica la delibera nella parte che riguarda l’IST) i lavoratori dell’IST hanno più volte espresso la loro contrarietà al provvedimento e chiesto confronti con l’Assessore. L’hanno fatto, sempre motivando le loro critiche e facendo proposte alternative, attraverso comunicati, articoli di giornale ed interviste, perché mai l’Assessorato o la presidenza della Regione hanno aperto al dialogo. La domanda, più volte espressa e sempre rimasta senza risposta è: dov’è il piano di fattibilità economico/finanziario e organizzativo? La stessa domanda l’hanno posta i lavoratori dell’Ospedale di Santa Corona e di Villa Scassi, e la stanno ponendo ora i lavoratori dell’Ospedale di Voltri e quelli di Recco.
Il fatto è che sull’IST è stata presa un decisione in maniera assolutamente pregiudiziale e su questa decisione l’Assessore è andato avanti come un treno senza ascoltare chi ci lavora e conosce bene l’Istituto. Stiamo parlando di una realtà, piccola, che aveva iniziato un percorso di ripresa, almeno nella sua componente assistenziale, dopo 10 anni di commissariamento che l’avevano portata vicino alla chiusura, al primo posto tra le strutture sanitarie liguri per appropriatezza delle prestazioni sanitarie (dati della Agenzia Regionale Sanitaria, ARS), nel 2008 al 14esimo posto per produttività scientifica tra i 42 IRCCS italiani, 25 dei quali privati. Ora, la fusione con un’Azienda Ospedaliera che ha, necessariamente, poca vocazione per la ricerca, rischia di dissolvere questa realtà nelle mille difficoltà di una riorganizzazione non pianificata, che sarà gestita dall’ARS insieme al Rettore dell’Università di Genova. Tutto questo non è giustificato in termini economici, dal momento che in delibera si parla di un risparmio in tre anni di 1.230.000 € ma poi si decide di chiudere l’high care appena quattro anni dopo l’inaugurazione. E nemmeno in termini di razionalizzazione perché l’IST poteva essere potenziato, come hanno fatto Regioni più accorte della nostra, aggregandovi le strutture oncologiche del San Martino e ponendolo al centro della rete oncologica ligure come proposto diversi anni fa.
Come ricercatrice mi chiedo che fine farà la mia attività, già resa difficile da un governo che non investe in ricerca, all’interno di un Ospedale grande, con una struttura vecchia che ha già i suoi problemi organizzativi come si percepisce da vari episodi comparsi sui giornali. Probabilmente la ricerca sarà messa in un angolo, dove si trova ormai da almeno 10 anni, dimenticata in attesa di risolvere i mille problemi di un’assistenza che dovrà fare i conti con tagli di finanziamenti, mancanza di personale e gestione dei dipartimenti di emergenza. Gli IRCCS dovevano essere punti di eccellenza che producevano innovazione da trasferire al sistema sanitario, ma che innovazione si potrà fare se, come dichiarato dall’Assessore Montaldo, il personale dell’IST servirà a coprire le carenze di personale del San Martino?
Come ultima riflessione rilevo che questo ddl passerà, seppure con qualche critica da parte di alcuni esponenti della maggioranza, grazie ad un accordo della nostra giunta di centro-sinistra con un governo di centro-destra che ha ampiamente dimostrato in questi anni propensione verso le privatizzazioni, scarso interesse per la ricerca pubblica e disinteresse verso i servizi ai cittadini. Del resto il Ministro Fazio ha mostrato chiaramente da che parte sta il suo interesse: nelle tre visite fatte a Genova in questi ultimi mesi mai una volta è venuto all’IST, è sempre e solo andato all’Ospedale Galliera.
(Simonetta Astigiano)
martedì 15 febbraio 2011
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