martedì 16 novembre 2010
OLI 278: STORIA - "Morte agli Italiani" ovvero massacrarsi fra disperati
Nove operai stranieri linciati, decine e decine di feriti, durante agitazioni popolari a sfondo razziale finite in un bagno di sangue. Ad accanirsi contro i migranti, la popolazione locale, soprattutto le fasce sociali più deboli. Il torto delle vittime, accettare, per disperazione, di svolgere i lavori più umili e faticosi, accontentandosi di salari ridotti e sottoponendosi turni massacranti. Scegliere di sfinirsi a cottimo, fino allo stremo delle forze, pur di racimolare qualche spicciolo in più. Essere quindi, diventati più appetibili per l’economia locale.
Non si tratta di cronaca recente (sembrerebbe?), ma dell’analisi storica di un massacro avvenuto a fine Ottocento nelle saline francesi di Aigues Mortes, in Camargue, ai danni degli operai italiani. Morte agli italiani (di Enzo Barnabà, Ed. Infinito, 120 pp.) racconta i fatti del 17 agosto 1893, inquadrandoli nel contesto storico ed esaminando gli errori dei partiti politici e le omissioni dei governi.
Si delinea il prototipo dell’emigrante italiano: giovane, proveniente da vallate e paesi in cui l’unico sostentamento era l’agricoltura montana, disposto a svolgere i lavori più umili, anche a condizioni di vita e di lavoro durissime. La crisi aveva portato i lavoratori francesi a guardare con diffidenza questi “mansueti e laboriosi” italiani. All’insicurezza economica si era aggiunta la campagna battente della stampa nazionalista, che diffondeva la psicosi dell’invasione italiana, per difendersi dalla quale era necessario che i francesi salvaguardassero “i concetti di famiglia, nazione e razza”.
L’autore esamina a fondo le colpe dei socialisti francesi. Essi, di fronte al problema reale della crisi e di una massiccia presenza di italiani nelle zone più disagiate della Francia, avevano dato soluzioni meramente ideologiche, tirando in ballo “la fratellanza fra i popoli”, senza superare il rituale dei comunicati e facendosi sedurre di quando in quando da derive xenofobe.
Questi fattori deflagrarono ad Aigues Mortes, fino al parossismo del 17 agosto. Nove italiani, che lavorarono alle saline, furono linciati dalla folla mentre venivano scortati dalle forze dell’ordine, per essere estradati dopo i primi scontri.
Il processo che seguì – durato quattro giorni in tutto – fu farsesco: ai governi di Italia e Francia interessava lasciarsi alle spalle la vicenda il prima possibile. Pochi i capri espiatori: un italiano, clandestino, fu condannato per aver innescato le violenze, l’agente consolare di Aigues Mortes fu deposto. Il resto degli imputati francesi ottennero l’assoluzione. I rapporti successivi tra le due nazioni andarono migliorando. “L’Italia ha dimenticato”, scrive Gian Antonio Stella nella prefazione.
Un libro da possedere e diffondere: breve e conciso, si legge più o meno nel tempo di un quotidiano. E, forse, aiuta un po’ di più a leggere il presente.
(Eleana Marullo)
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