"Le borse di studio solo ai piemontesi, e per chi arriva da fuori paghino le regioni di appartenenza", annuncia in un video postato su yotube il governatore del Piemonte Cota.
"Si deve sostenere i propri giovani". Aggiunge il presidente leghista. Così il Piemonte, che con la Liguria e altre nove regioni garantiva al 100 % borse di studio agli studenti meritevoli, ribalta vent'anni di legislazione del diritto allo studio. La percentuale degli studenti fuori sede, ovvero italiani o stranieri, è del 35% per il Politecnico e più o meno la stessa quella dell'Università, un record che ha permesso di piazzarsi fra i primi atenei per capacità attrattiva: una fucina di talenti che non sembra importare al governatore (tanto presenzialista Tv, che già qualcuno comincia a chiedersi quando lavori per la sua regione). All'Edisu, l'ente per il diritto allo studio, i 7 milioni per il 2011 a fronte dei precedenti 25, poi ridotti a 17 del 2010, non copriranno probabilmente né borse di studio, né residenze per il futuro. (La Stampa del 24/10/2010)
"Anche se per quest'anno niente allarmismi, la musica dovrà cambiare ". E' sempre Cota che parla. I tagli del governo sono rasoiate su tutta l'Istruzione. Su La Repubblica del 2/11/2010 si evidenzia il caso con “Addio alle borse di studio, tagliato il 90% dei soldi”, ma il criterio piemontese che si vuole adottare, pare contrario alle linee delle migliori Università nel mondo e le notizie sugli exploit di geniali talenti evidenziano molto spesso studi in un Paese non d’origine.
Aiutare i ragazzi è una cosa seria, che siano i "propri" o no.
Molti in Italia vi s'impegnano, volontari o per lavoro e con modesti salari, dagli insegnanti agli operatori sociali, dai centri culturali, a quelli sportivi di periferia, ai gruppi scout, alle comunità. Si aiutano giovani italiani e stranieri a misurarsi con le difficoltà, ad andare avanti nella vita, a sostenere chi vorrebbe farcela a scuola. Laici o credenti, lavorano in tutt'Italia da nord a sud per chi è del Sud o del Nord dello stivale, lanciando oltre lo sguardo, pensando all'arricchimento, alle messi che possono scaturire da giovani germogli, anche diversi tra loro: grazie alla contaminazione l'umanità si è evoluta.
Poi spetterebbe alle Istituzioni supportare tutto ciò, destinando risorse a queste attività. Finanziando tra l'altro anche le borse di studio.
Strane concezioni girano nel Governo, dal presidente del Consiglio che aiuta ragazze che hanno bisogno (senza distinzioni di provenienza), a chi vuole giustamente sostenere i propri giovani nello studio e nel lavoro, racchiudendoli però in un nazionalregionalismo posticcio di tutela, quasi un Dop. Impera dunque una cultura di preselezione, che dipende da strambi fattori. Un gioco dell’oca quasi crudele e iniquo: un passo avanti chi ha gambe belle e fianchi morbidi, un passo avanti se si è nati là piuttosto che qua.
E' vero lo spazio s'è ristretto ma un posticino piccolo magari c'è per tutti, così aveva imparato e sapeva pure la razza padana, quando dal Nor-Est si andava all'estero per poter mangiare. Dove oggi, secondo il rapporto Caritas sui migranti, calano maggiormente gli occupati stranieri, magari gli iscritti all'Inail, mentre si registra un nero per un'evasione nel Triveneto, che arriva a 7,5 milioni (Sole 24 ore Nord est del 27/ 10/2010). Nel Nord-Ovest un lieve aumento dei lavoratori immigrati, impiegati in mansioni non qualificate, anche se pure a Genova si è dato il via ai rimpatri assistiti: biglietto pagato e 400 euro per gli stranieri che se ne vanno come indennità di prima sistemazione e ulteriore supporto finanziario fino a tremila euro da erogare in patria.
La crisi colpisce sempre di più, restano i capofamiglia, uomini o donne che siano e capita che bambini e ragazzi debbano tornare nel proprio paese d 'origine, dopo anni di vita e di scuola in Italia. A Torino e provincia è diminuito il numero di stranieri iscritti a scuola, sarà contento il Governatore, risparmierà sulle borse di studio. Eppure "il sole delle Alpi" non riscalda tutta la razza padana, non tutti sono il nord che si fa trasformare in Padania.
(Bianca Vergati)
martedì 2 novembre 2010
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