L’art. 1 della legge 157 del 1992 recita: “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale”, ma la Regione Liguria, relativamente al significato del termine “indisponibile”, deve avere delle vedute piuttosto elastiche. Infatti, unica regione d’Italia, ha approvato una legge che consente ai cacciatori di sparare fino a mezz’ora dopo il tramonto, con 25 consiglieri a favore, 5 contrari e molte assenze variamente motivate.
La legge approvata ha il singolare pregio di mettere (quasi) tutti d’accordo: infatti è stata votata da Lega Nord, Partito Democratico - guidato dal cacciatore Ferrando, UDC, “Noi con Burlando” e dalla signora Fusco dell’IDV. Contro, solo la Federazione della Sinistra e i consiglieri Scialfa, Quaini e Piredda dell’IDV. Altri consiglieri (Rossi, Siri e Pellerano) si sono allontanati dall’aula, appellandosi alla illegittimità del provvedimento.
Questo provedimento si propone di modificare la legge regionale del 1994 che fissava al tramonto il limite agli spari, in accordo con la legge quadro nazionale 157.
Ricordiamo che un precedente tentativo di modificare la legge regionale, portato avanti sempre dalla Regione Liguria, presidenza Biasotti, era stato respinto, perché in contrasto con essa.
Inoltre, in questa storia, interviene anche un profilo costituzionale, cioè quello che afferma l’esigenza di uno ‘standard’ di tutela uniforme sull’intero territorio nazionale, mentre “a livello regionale eventuali deroghe agli standard minimi di tutela fissati nella legislazione statale, sono consentite soltanto per la salvaguardia degli interessi generali” (vedi sentenza 226/2003 della Corte Costituzionale, in merito ad una legge venatoria della Regione Puglia).
Provvedimento di dubbia validità, quindi, oltre che fraudolento nel rapporto fra uomo, cacciatore con armi e uccelli, colti in un momento di debolezza, quando cercano rifugio e riposo al termine di una giornata trascorsa a procurarsi il cibo e ad arricchire i nostri cieli e il nostro mondo.
Chi ha votato contro il provvedimento ha sostenuto che esso aumenta i pericoli anche per i cacciatori, anch’essi sottoposti alle leggi della fatica, della diminuzione della vista con il buio e dello stress da bisogno di successo (spesso frustrato). E ha ragione.
E’ molto probabile che questo provvedimento non abbia futuro. E questo ci auguriamo mossi anche da quel sentimento di pietas per il creato la cui assenza sta inaridendo il nostro vivere. E poi se gli uccelli non votano, e questo sicuramente impoverisce la nostra democrazia, i cacciatori non son più quella grande lobby di una volta, passati come sono in Liguria dai 70mila degli anni ’80 del secolo scorso ai 20mila di oggi.
Però guardiamo il cielo, perché anche gli uccelli si incazzano! E circola voce che potrebbero decidere di cambiare regione, se non stato, anche quelli non cacciabili, per solidarietà di specie, e perché dopo il tramonto si fidano ancora meno della capacità di discernere dei cacciatori.
(Angelo Guarnieri)
martedì 12 ottobre 2010
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