“Bevete più latte, il latte fa bene; il latte conviene, a tutte le età…”.
A transitare da Campetto, nel cuore di Genova, viene in mente la canzoncina musicata da Nino Rota per “Le tentazioni del dottor Antonio” di Fellini, episodio del film “Boccaccio 70” (1962).
All’ingresso di Palazzo Imperiale non c’è però l’immenso manifesto con l’ammiccante Anita Ekberg sdraiata a porgere un bicchiere di latte, bensì un simulacro di mucca a grandezza quasi naturale che incuriosisce i passanti e li invita a entrare.
Vi si trova – dallo scorso 13 settembre – un distributore di latte crudo, l’unico in centro dei tanti disseminati sul territorio cittadino a cura dell’Associazione Provinciale Allevatori Genova, dopo che erano stati tolti quelli al Mercato Orientale e in Via Gramsci.
Una presenza legata naturalmente a LiguriaStyle.it, il centro di esposizione e promozione dell’artigianato tipico di qualità e delle produzioni agroalimentari nato nel 2008 per volere delle Federazioni Regionali di Confartigianato e CNA Liguria, con il contributo della Regione Liguria per il tramite di Liguria International. Ancora poco conosciuto dalla gran parte dei genovesi, nonostante sia a ingresso libero, ha sede nei monumentali saloni al secondo piano nobile, dove sotto i cinquecenteschi affreschi e stucchi di Giambattista Castello il Bergamasco e Luca Cambiaso si possono ammirare – e acquistare a prezzo di produzione – manufatti e generi alimentari di prima qualità.
Ora vi si vendono anche le bottiglie di vetro da un litro – per chi ne fosse sprovvisto, al prezzo di 1 euro l’una – per potersi imbottigliare da soli il latte al sottostante distributore automatico.
Latte di ottima qualità, munto la mattina presto, subito filtrato e refrigerato per essere trasferito in fretta ai punti vendita.
Il costo al litro è di 1 euro, circa un terzo in meno di quello comunemente praticato per il latte confezionato dalle centrali. Assai conveniente sia per gli acquirenti, sia per gli allevatori che ricavano ben più di quanto offerto dall’industria.
Ogni produttore cura uno o più erogatori che forniscono esclusivamente il suo latte, in un bell’esempio di filiera corta, anzi cortissima. Aderiscono all’iniziativa 16 aziende agricole a conduzione familiare distribuite nel Genovesato, sottoposte a rigorosi controlli sanitari periodici e a sorpresa; ciascuna con poche decine di capi che quando è possibile vengono condotti al pascolo, alloggiati in stalle concepite per il benessere degli animali e l’igiene delle produzioni. Non subendo pastorizzazione né altri trattamenti, a titolo cautelativo le autorità sanitarie hanno imposto recentemente sui distributori la scritta “da consumarsi solo dopo bollitura”, ma molti utenti non se ne curano, fidandosi delle garanzie fornite.
Il latte di Campetto proviene da un’azienda di Masone con una settantina di mucche di razza Pezzata Nera, che se ne stanno all’aperto tutto l’anno brucando e mangiando in più foraggio e cereali.
Questa nuova prassi sta incontrando sempre più il favore del pubblico e sembrerebbe che le grandi centrali del latte stiano cominciando a preoccuparsene, tanto da indurre i propri promotori a praticare sui consumatori un vero e proprio terrorismo informativo su presunti gravi rischi di contaminazione batterica del latte crudo, in realtà inesistenti.
Sul latte crudo in Liguria:
http://www.lattecrudoinliguria.com
Su Liguria Style.it:
http://www.liguriastyle.it
Un'interessante indagine on line sulle modalità di consumo del latte crudo, con questionario da compilare:
http://www.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?rifi=guest&rifp=guest&id_pagina=1027
(Ferdinando Bonora)
martedì 28 settembre 2010
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