Gli uomini non sono tutti buoni, si sa. Dai tempi di Caino e Abele, c’è sempre chi si distingue per riuscire a compiere atti condannabili, metà della scienza umana è dedicata proprio allo studio delle regole di convivenza. Però, tra la cronaca di un reato e l’istigazione al razzismo dovrebbe correre molta acqua, specialmente se l’organo di informazione è un giornale come il Secolo XIX. Invece, ecco bella fresca di giornata una razzicronaca, per fortuna almeno non firmata (*). Vi si descrive un Caino straniero che, nell’ordine è marocchino per ben due volte, con permesso di soggiorno, extracomunitario, nordafricano e magrebino. Naturalmente ubriaco e pedofilo. Non è importante in questo articolo spiegare cosa abbia fatto, non perderemo tempo a descriverlo, così come dall'altra parte avrebbe dovuto avere rilievo solo il fatto in sé stesso, rispetto alla ben scarsa importanza del descrivere l’attore secondo tutte quelle caratterizzazioni geografiche, politiche e di stato civile. Un improbabile mea culpa della testata sarebbe d'obbligo.
E visto che le "repetita iuvant", ecco un altro esempio di incipit dal sapore razzista, sempre in un articolo del Secolo ed. di Savona di lunedi 19 luglio (**): Savona. Non solo balordi o delinquenti abituati a vivere ai margini della legge, magari extracomunitari, albanesi o marocchini. Ci sono anche i «nuovi poveri», italiani, soprattutto sessantenni, dietro agli automobilisti sorpresi con la polizza assicurativa dell’auto falsa o scaduta. Insomma non si capisce se siano i marocchini ad essere delinquenti o i nuovi poveri italiani ad essere marocchini, si lascia libertà di scelta. Qui l'unica certezza è la confusione mentale del giornalista che meriterebbe una nota di biasimo da un certo numero di ambasciate straniere in Italia.
Non serve dire altro, se non che il Movimento del primo marzo espone la sua Mostra sui diritti, dove si tratta tra gli altri punti proprio del problema della stampa “distrattamente razzista”, molto più pericolosa di quella dichiaratamente nazista in quanto il dolcetto avvelenato ti arriva proprio dalle mani di chi ti fidi e si fa paladino di quei valori che poi infrange con tanta leggerezza. La mostra si tiene il 24 luglio, la sera di sabato, alla Villa Imperiale, all’interno della Festa del Perù. Sarà un bel leggere esempi di altri razzarticoli.
* http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/07/18/AM3WmlsD-ubriaco_soccorso_molesta.shtml
** http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/07/16/AMYZHXsD-falsi_assicurati_boom.shtml
(Stefano De Pietro)
martedì 20 luglio 2010
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Suggerisco di commentare gli articoli del Secolo (come fa il movimento indipendentista ligure) invece di criticarli in una sede dove difficilmente le osservazioni verranno lette dall'articolista incriminato. Se no si "predica ai convertiti" e non si ha nessun feedback reale.
RispondiEliminaAngelo Sarcolli
Sarebbe auspicabile che siti di quotidiani come Il Secolo XIX consentissero, come facevano inizialmente, il commento anonimo. Non tanto per la paura di mostrare il proprio nome e cognome, quanto per evitare di fornire il proprio indirizzo email.
RispondiEliminaSono comunque dell'idea che se un articolista professionista iscritto ad un albo non ha la sensibilità di svolgere correttamente il proprio lavoro, non saranno certo una serie di commenti di lettori ad insegnarglielo.