La Cnn ha licenziato Octavia Nasr, giornalista, esperta in Medio Oriente e sua dipendente da vent’anni, per aver scritto sulla sua pagina personale di Twitter un messaggio in cui esprimeva ''rispetto'' per l’imam Mohammed Hussein Fadlallah, considerato il padre spirituale degli Hezbollah, morto la settimana scorsa in Libano dopo una lunga malattia. Octavia, cristiana di origine palestinese, nata in Libano, aveva scritto di aver appreso della morte di Fadlallah, ''uno che rispetto molto''.
In un altro messaggio su Twitter la Nasr aveva cercato di correggere il tiro: ''sembrava che appoggiassi tutte le opinioni di Fadlallah. Non è così.'', ed ha spiegato che il ''rispetto'' per l'imam era legato alla sua posizione a favore dei diritti delle donne. La giustificazione non è bastata alla Cnn: ''La sua credibilità per occuparsi di affari mediorientali è compromessa'', ha detto Parisa Khosravi, vice-presidente della rete per gli affari internazionali.
“Succede negli Stati Uniti, patria della libertà d'opinione e di stampa” commenta il sito di Repubblica dell’8 luglio. Mentre la notizia è condannata nella stampa e nei siti arabi chiedendo "dove è la libertà d’opinione e di stampa negli USA?". La stampa americana viene descritta come faziosa e che usa due pesi e due misure. Gihad Al Khazen, sul quotidiano arabo di Londra Al Hayat del 12 luglio, ha scritto un articolo nel quale dice di conoscere personalmente Octavia Nasr e che non è certamente sostenitrice di Hezbollah o dell’Iran, ma ha solo espresso la sua ammirazione per un leader spirituale libanese.
Al Khazen riporta i casi di Wolf Blitzer, uno dei maggiori presentatori della Cnn, un ebreo americano che ha lavorato nella lobby israeliana (AIPAC), ma la sua credibilità non è stata messa in discussione; e del direttore dell’ufficio di New York Times a Gerusalemme Ethan Bronner, difeso dal giornale quando è emerso che suo figlio era arruolato nell’esercito israeliano. “Solo Octavia – scrive Al Khasen - paga per un paio di parole su un defunto leader religioso. Cosa sarebbe successo – si domanda Al Khazen - se Octavia avesse un figlio di Hezbollah? E’ una domanda assurda perché non sarebbe nemmeno arrivata alla Cnn o al New York Times”.
Il sito della Tv satellitare Al Arabia (emittente saudita concorrente di Al Jazeera) riporta l’articolo di Iyad Abu Shaqra nel quale ricorda un’altra donna americana di origine araba, che ha subito lo stesso trattamento di Octavia. Si tratta di Helene Tomas, 89 anni, decana dei giornalisti della Casa Bianca, anche lei d’origine libanese, costretta a dimettersi accusata “di antisemitismo per aver criticato il colonialismo israeliano durante un dialogo verbale”. Abu Shaqra riporta inoltre l’esempio della giovane di origine libanese Rima Faqih, vincitrice di Miss USA 2010, accusata di essere simpatizzante di Hezbollah.
(Saleh Zaghloul)
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