domenica 2 maggio 2010

OLI 258: CITTA' - Lo scoglio dei Mille per l'Unità d'Italia

Se Carlo Azeglio Ciampi si dimette dal comitato per le celebrazioni dell'Unità d'Italia per motivi anagrafici, e Gustavo Zagrebelsky con Dacia Maraini esprimono "un senso di disagio", tuttavia il restauro dei monumenti, il museo virtuale del Risorgimento e tutte le altre iniziative sono ormai avviati, pur essendo spesso arrivati in ritardo i finanziamenti: per la scarsa convinzione con cui ci si predispone ad omaggiare la data fondativa della nostra identità italiana, dicono quelli che pensano male.
Anche Genova si prepara ai festeggiamenti, e oltre alle manifestazioni culturali si è attivata per recuperare i "luoghi della memoria". Così lo scoglio di Quarto è stato ripulito, commovente per la sua semplicità. Inoltre si sta procedendo sul monumento dei Mille, dove è atteso per il 5 maggio il presidente Napolitano. Via le aiuole ai piedi delle statue e al loro posto gradoni che esaltano la liricità del gruppo di figure. In atto anche l'intervento sul promontorio che, secondo la Pianificazione del litorale, approvata in Comune a fine 2009, “...dovrà essere oggetto di generale riqualificazione dell'intorno, per consolidare e porre in risalto gli elementi della memoria, favorendo la fruizione pedonale e migliorando accessibilità e visibilità anche da mare”.
Sono previste tre terrazze su tre livelli, collegate da una scala, dove prima c'era il frequentatissimo “Bar Monumento”, che verrà ripristinato. Considerandone la visuale da terra, da levante e da ponente, nonché dal mare, nel mezzo del promontorio spicca la lunga scala dritta dalle pareti in cemento, che arriva agli scogli e condurrà alle tre terrazze. Chi scende lungo la scalinata vedrà un bellissimo panorama, spaziando da Portofino a capo Santa Chiara. Non sarà così per chi guarda dall'Aurelia o dalle spiagge che fiancheggiano la nuova costruzione: da qui "le pubbliche visuali panoramiche", citando Urban Lab, appaiono compromesse.
Forse si volevano rammentare le crose liguri o le scalinate di Portovenere, ma vista dal mare in lontananza, la scala con le sue impenetrabili pareti, pare una fenditura, quasi una ferita, e da terra un ostacolo alla vista, un tapis roulant nel contesto a ziggurat (http://it.wikipedia.org/wiki/Ziqqurat) di piattaforme ulteriormente ampliate, anch'esse in cemento. Le mareggiate sono violente, si sa.
La Pianificazione prevede che i futuri interventi dovranno garantire percorsi-accesso "perpendicolari" alla costa, che si estendano come nuovi belvedere, ma in Liguria solitamente la modulazione degli accessi nei tratti di costa alta corre "in parallelo", lungo le pareti delle scogliere o della strada a picco.
Più di un milione di euro per un progetto non da tutti apprezzato, com'è successo alla presentazione pubblica la settimana scorsa. Mai dire mai all'innovazione però. A restauri ultimati - e ce n'era bisogno - l'effetto sarà certamente piacevole, con il verde fra le terrazze e gli scogli lambiti dal mare, gradito ai ragazzi che s'affollano d'estate.
Un po' meno la pedonalizzazione, ma la mobilità per ora non è contemplata, giusto per restare in una progettazione generale degli spazi e nel rispetto dei criteri della Pianificazione, in cui si sottolinea che “gli interventi di riqualificazione dovranno valorizzare le visuali della città verso il mare ... secondo un approccio teso a re-naturalizzare le strutture esistenti, riducendo le superfici cementificate e impermeabili, a favore di aree verdi e permeabili e ricostruire con materiali ecocompatibili”.
Sic. Chissà che direbbe Garibaldi di quest'Italia.
(b.v.)


1 commento:

  1. Per un attimo leggendo il tuo post ho "visto" una lunga fila di garibaldini camicia rossa e armi in spalla scendere dalla nuova scalinata, fin giù...per prendere il largo. La nuova immagine contrasta vivacemente con quella che mi ero fatta in passato quando, alla guida di un passeggino, respiravo aria di mare e ammiravo gli scogli aspri così ben integrati nel paesaggio: aria di libertà. Questo scalone così crudo, verticale, di insensata solidità, mi ha evocato, invece, un senso di rigidità e di privazione: vorrei ancora vedere il mare vero, vorrei che potesse mantenere il suo aspetto originale, vorrei che le coste, gli scogli, gli anfratti fossero, per quanto possibile, ancora modellati solo dal mare non da mani e soprattutto da menti nella cui logica non so (o non voglio) entrare completamente.

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