“El xe pezo el tacon del buso” si dice in Veneto, ovvero “è peggio la toppa del buco”, quando un tentativo di aggiustare una falla risulta maldestro e controproducente.
È quanto è accaduto con la dichiarazione di Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, per cercare di riparare l’ennesima voragine apertasi nell’attendibilità della sua istituzione, ora grazie all’improvvida dichiarazione del segretario di Stato Tarcisio Bertone in merito ai legami tra pedofilia, celibato ecclesiastico e omosessualità.
Com’è noto, il potente numero due della gerarchia vaticana, trovandosi in Cile, ha detto con perentoria supponenza: “molti psicologi e psichiatri hanno dimostrato che non c’è relazione tra celibato e pedofilia; però molti altri hanno dimostrato – me lo hanno detto recentemente – che esiste relazione tra omosessualità e pedofilia (…) che leggano i documenti degli psicologi (…) questo è il problema…”.
Tanta cialtroneria ammantata di informata ragionevolezza ha immediatamente suscitato polemiche a non finire. Non solo l’associazionismo gay cileno e del resto del mondo – come prevedibile – e vari esponenti politici di ogni schieramento si sono opposti con risolutezza, ma persino l‘Aippc, Associazione psicologi e psichiatri cattolici, ha preso nettamente le distanze da quanto affermato dal braccio destro del papa. Il governo francese ha espresso una ferma nota di protesta. Il governo italiano s’è ovviamente ben guardato dal fare altrettanto.
La stampa ha dato ampio conto di tutto ciò, tranne Avvenire e Osservatore Romano che hanno glissato e insistono sulla tesi di una campagna mediatica ostile alla Chiesa cattolica.
Il portavoce vaticano Lombardi s’è premurato di precisare che le parole del cardinale riguardavano non la popolazione in generale ma solo i sacerdoti, tra i quali si è riscontrato un “dieci per cento di casi di pedofilia in senso stretto e un 90% di casi da definire piuttosto di efebofilia (cioè nei confronti di adolescenti [che comunque sempre minori sono, ndr]), dei quali circa il 60% riferito a individui dello stesso sesso e il 30% di carattere eterosessuale”.
Del resto, che nell’ambiente religioso la percentuale di persone omosessuali sia alquanto più alta della media è un dato di fatto, checché se ne dica: farsi prete (o suora) è un ottimo alibi per non doversi sposare quando non si è attratti dalle femmine (o dai maschi), mettendo a tacere le malelingue e guadagnando anzi in rispettabilità sociale.
Peccato che nello stesso giorno di questo “chiarimento, non presa di distanza” dall’affermazione di Bertone “che non c’è relazione tra celibato e pedofilia” sia giunta la notizia dell’arresto in provincia di Teramo di un prete d’origine indiana per abusi non su un fanciullo ma su una bambina di 10 anni.
Una malaugurata coincidenza, a ribadire quanto siano grotteschi i tentativi per rimanere a galla di una Chiesa che annaspa tentando di non affogare e gioca con le parole arrampicandosi sugli specchi. Sempre più in crisi di credibilità e di potere materiale non solo per il diffondersi di quel clima di indifferenza e soggettivismo permeati di razionalismo, scientismo, relativismo e materialismo consumista di cui continua a lamentarsi la Cei, ma anche e soprattutto per l’agire dei propri gerarchi.
L’esternazione cilena di Bertone, in spagnolo:
http://www.youtube.com/watch? v=mjSz4_OZg5Y&feature=fvsr
Il servizio del tg3:
http://www.youtube.com/watch? v=60CpX0wPj6E
Riflessione di Francesco Merlo su “La confusione della Chiesa”:
http://ricerca.repubblica.it/ repubblica/archivio/ repubblica/2010/04/14/la- confusione-della-chiesa.html
La Cei sul rinnovamento della catechesi nell'attuale clima d'indifferenza e soggettivismo:
http://www.oecumene. radiovaticana.org/it1/ Articolo.asp?c=371813
È quanto è accaduto con la dichiarazione di Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, per cercare di riparare l’ennesima voragine apertasi nell’attendibilità della sua istituzione, ora grazie all’improvvida dichiarazione del segretario di Stato Tarcisio Bertone in merito ai legami tra pedofilia, celibato ecclesiastico e omosessualità.
Com’è noto, il potente numero due della gerarchia vaticana, trovandosi in Cile, ha detto con perentoria supponenza: “molti psicologi e psichiatri hanno dimostrato che non c’è relazione tra celibato e pedofilia; però molti altri hanno dimostrato – me lo hanno detto recentemente – che esiste relazione tra omosessualità e pedofilia (…) che leggano i documenti degli psicologi (…) questo è il problema…”.
Tanta cialtroneria ammantata di informata ragionevolezza ha immediatamente suscitato polemiche a non finire. Non solo l’associazionismo gay cileno e del resto del mondo – come prevedibile – e vari esponenti politici di ogni schieramento si sono opposti con risolutezza, ma persino l‘Aippc, Associazione psicologi e psichiatri cattolici, ha preso nettamente le distanze da quanto affermato dal braccio destro del papa. Il governo francese ha espresso una ferma nota di protesta. Il governo italiano s’è ovviamente ben guardato dal fare altrettanto.
La stampa ha dato ampio conto di tutto ciò, tranne Avvenire e Osservatore Romano che hanno glissato e insistono sulla tesi di una campagna mediatica ostile alla Chiesa cattolica.
Il portavoce vaticano Lombardi s’è premurato di precisare che le parole del cardinale riguardavano non la popolazione in generale ma solo i sacerdoti, tra i quali si è riscontrato un “dieci per cento di casi di pedofilia in senso stretto e un 90% di casi da definire piuttosto di efebofilia (cioè nei confronti di adolescenti [che comunque sempre minori sono, ndr]), dei quali circa il 60% riferito a individui dello stesso sesso e il 30% di carattere eterosessuale”.
Del resto, che nell’ambiente religioso la percentuale di persone omosessuali sia alquanto più alta della media è un dato di fatto, checché se ne dica: farsi prete (o suora) è un ottimo alibi per non doversi sposare quando non si è attratti dalle femmine (o dai maschi), mettendo a tacere le malelingue e guadagnando anzi in rispettabilità sociale.
Peccato che nello stesso giorno di questo “chiarimento, non presa di distanza” dall’affermazione di Bertone “che non c’è relazione tra celibato e pedofilia” sia giunta la notizia dell’arresto in provincia di Teramo di un prete d’origine indiana per abusi non su un fanciullo ma su una bambina di 10 anni.
Una malaugurata coincidenza, a ribadire quanto siano grotteschi i tentativi per rimanere a galla di una Chiesa che annaspa tentando di non affogare e gioca con le parole arrampicandosi sugli specchi. Sempre più in crisi di credibilità e di potere materiale non solo per il diffondersi di quel clima di indifferenza e soggettivismo permeati di razionalismo, scientismo, relativismo e materialismo consumista di cui continua a lamentarsi la Cei, ma anche e soprattutto per l’agire dei propri gerarchi.
L’esternazione cilena di Bertone, in spagnolo:
http://www.youtube.com/watch?
Il servizio del tg3:
http://www.youtube.com/watch?
Riflessione di Francesco Merlo su “La confusione della Chiesa”:
http://ricerca.repubblica.it/
La Cei sul rinnovamento della catechesi nell'attuale clima d'indifferenza e soggettivismo:
http://www.oecumene.
(f.b.)
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