Riportiamo per intero la lettera di Gabriella Corbo, pubblicata parzialmente su Repubblica Genova il 18 aprile.
Di questi tempi non abbondano certo i motivi per ridere e divertirsi, e l'occasione di una serata da trascorrere alla Fiumara in compagnia della verve e del talento di Fiorello pare ghiotta.
I biglietti vanno a ruba, e quando finalmente si riesce a prenotare nel negozio di dischi che fa prevendita, si è solleciti - come già accaduto in passato - a specificare: "Uno di noi è disabile: è possibile avere biglietti a inizio fila, di fianco a lui che rimane nel (largo) corridoio che separa i settori?". Come già accaduto in passato - lo ripeto - la richiesta viene accolta e si acquistano tre biglietti (interi) per il settore "poltronissima numerata", fila 10: ottima posizione pagata profumatamente.
Giunge la serata tanto attesa. I (pochi) posteggi all'aperto per disabili sono già tutti esauriti un'ora e mezza prima dello spettacolo. Pazienza: il guidatore ci lascia dai botteghini e inizia la sua personale odissea per parcheggiare l'auto (che è alta per permettere alla carrozzina di entrarvi e non può accedere per questo nei parking coperti della struttura) in maniera regolare e non selvaggia, come quella di altri che hanno bloccato il passaggio sul marciapiede. Sup erate le solite infinite barriere umane e logistiche, arriviamo finalmente in platea. Chiediamo indicazione a una signorina su come raggiungere i nostri posti, quando veniamo fermati - in modo gentile, ma assolutamente granitico - da un vigile del fuoco, che si qualifica responsabile della sicurezza e ci informa che i disabili debbono stare categoricamente in fondo alla platea, ai piedi della gradinata.
Di fronte alla nostra reazione, prima di stupore, poi francamente di - chiamiamola così - arrabbiatura, il paziente vigile del fuoco ci spiega come esistano precise norme di sicurezza che limitano a 14 (sic!) il numero dei disabili che possono accedere alla struttura; che "sul sito" (quale? e poi: sono io tenuta ad avere un pc e a collegarmi a un sito di prevendita quando mi sono sempre rivolta a Fnac od Orlandini?) venivano chiaramente indicate le modalità di fruizione dello spettacolo per i disabili; e che comunque i disabili in carrozzina ostruiscono le vie di fuga e impediscono ai "bipedi" di scappare velocemente. Noi poggiavamo le nostre rimostranze sul fatto che al momento della prevendita non ci era stato detto quanto egli, ora, riferiva; che si erano comunque acquistati tre biglietti a prezzo intero (e carissimo) per stare nelle prime file ed ora si era retrocessi in fondo, con scarsa visuale, ai piedi di posti di ben minore costo; che *mai* in precedenza, nella stess a struttura e in spettacoli di eguale successo di pubblico (penso a Battiato, al concerto del Primo Maggio, a Guzzanti, allo stesso Fiorello due anni fa, a Elio e le storie tese solo poche settimane prima) avevamo avuto problemi di questo tipo ("Ci denunci pure, ne ha il diritto", risponde seraficamente il vigile del fuoco al disabile che provocatoriamente fa notare questa incongruenza). Tutto questo si rivela inutile, così come l'eloquenza (solitamente abilissima) del disabile, rivelatasi però in questa occasione inefficace per far mutare opinione al gentilissimo e davvero paziente vigile del fuoco.
Non vi è stato nulla da fare. Chi scrive è rimasta appollaiata su un gradino accanto allo sconfortato disabile, molto più sconfortata e certo ben più inca**ata di lui, forse fin troppo abituato a scontrarsi con le "abilità" altrui.
Al ritorno, ragionava infatti sull'assurdità di un simile "apartheid" per i disabili. Assurdità sia nel senso della gratuità offensiva per quelli come lui (analoga sorte era toccata infatti a un'altra ragazza in carrozzina e al suo accompagnatore, che pure aveva biglietto di poltronissima), ma anche per il fatto che - adottando un simile bislacco parametro - egli non dovrebbe frequentare neppure convegni, conferenze, presentazioni di libri; e che non si capisce perché lui in carrozzina, con un accompagnatore prontissimo a spingerlo correndo in caso di allarme, dovrebbe intralciare di più l'eventuale evacuazione di quanto lo farebbe un'altra persona che - per qualsivoglia motivo - fosse lenta nel deambulare. Il sospetto, concludeva, è che in realtà si voglia confinare la vista di chi è in carrozzina in fondo alla sala, sottraendola alle file delle persone "presentabili".
Sì, ieri sera Fiorello è stato bravo e il suo spettacolo scoppiettante come al solito. Ma stavolta abbiamo riso davvero molto poco. E amaramente.
Di questi tempi non abbondano certo i motivi per ridere e divertirsi, e l'occasione di una serata da trascorrere alla Fiumara in compagnia della verve e del talento di Fiorello pare ghiotta.
I biglietti vanno a ruba, e quando finalmente si riesce a prenotare nel negozio di dischi che fa prevendita, si è solleciti - come già accaduto in passato - a specificare: "Uno di noi è disabile: è possibile avere biglietti a inizio fila, di fianco a lui che rimane nel (largo) corridoio che separa i settori?". Come già accaduto in passato - lo ripeto - la richiesta viene accolta e si acquistano tre biglietti (interi) per il settore "poltronissima numerata", fila 10: ottima posizione pagata profumatamente.
Giunge la serata tanto attesa. I (pochi) posteggi all'aperto per disabili sono già tutti esauriti un'ora e mezza prima dello spettacolo. Pazienza: il guidatore ci lascia dai botteghini e inizia la sua personale odissea per parcheggiare l'auto (che è alta per permettere alla carrozzina di entrarvi e non può accedere per questo nei parking coperti della struttura) in maniera regolare e non selvaggia, come quella di altri che hanno bloccato il passaggio sul marciapiede. Sup erate le solite infinite barriere umane e logistiche, arriviamo finalmente in platea. Chiediamo indicazione a una signorina su come raggiungere i nostri posti, quando veniamo fermati - in modo gentile, ma assolutamente granitico - da un vigile del fuoco, che si qualifica responsabile della sicurezza e ci informa che i disabili debbono stare categoricamente in fondo alla platea, ai piedi della gradinata.
Di fronte alla nostra reazione, prima di stupore, poi francamente di - chiamiamola così - arrabbiatura, il paziente vigile del fuoco ci spiega come esistano precise norme di sicurezza che limitano a 14 (sic!) il numero dei disabili che possono accedere alla struttura; che "sul sito" (quale? e poi: sono io tenuta ad avere un pc e a collegarmi a un sito di prevendita quando mi sono sempre rivolta a Fnac od Orlandini?) venivano chiaramente indicate le modalità di fruizione dello spettacolo per i disabili; e che comunque i disabili in carrozzina ostruiscono le vie di fuga e impediscono ai "bipedi" di scappare velocemente. Noi poggiavamo le nostre rimostranze sul fatto che al momento della prevendita non ci era stato detto quanto egli, ora, riferiva; che si erano comunque acquistati tre biglietti a prezzo intero (e carissimo) per stare nelle prime file ed ora si era retrocessi in fondo, con scarsa visuale, ai piedi di posti di ben minore costo; che *mai* in precedenza, nella stess a struttura e in spettacoli di eguale successo di pubblico (penso a Battiato, al concerto del Primo Maggio, a Guzzanti, allo stesso Fiorello due anni fa, a Elio e le storie tese solo poche settimane prima) avevamo avuto problemi di questo tipo ("Ci denunci pure, ne ha il diritto", risponde seraficamente il vigile del fuoco al disabile che provocatoriamente fa notare questa incongruenza). Tutto questo si rivela inutile, così come l'eloquenza (solitamente abilissima) del disabile, rivelatasi però in questa occasione inefficace per far mutare opinione al gentilissimo e davvero paziente vigile del fuoco.
Non vi è stato nulla da fare. Chi scrive è rimasta appollaiata su un gradino accanto allo sconfortato disabile, molto più sconfortata e certo ben più inca**ata di lui, forse fin troppo abituato a scontrarsi con le "abilità" altrui.
Al ritorno, ragionava infatti sull'assurdità di un simile "apartheid" per i disabili. Assurdità sia nel senso della gratuità offensiva per quelli come lui (analoga sorte era toccata infatti a un'altra ragazza in carrozzina e al suo accompagnatore, che pure aveva biglietto di poltronissima), ma anche per il fatto che - adottando un simile bislacco parametro - egli non dovrebbe frequentare neppure convegni, conferenze, presentazioni di libri; e che non si capisce perché lui in carrozzina, con un accompagnatore prontissimo a spingerlo correndo in caso di allarme, dovrebbe intralciare di più l'eventuale evacuazione di quanto lo farebbe un'altra persona che - per qualsivoglia motivo - fosse lenta nel deambulare. Il sospetto, concludeva, è che in realtà si voglia confinare la vista di chi è in carrozzina in fondo alla sala, sottraendola alle file delle persone "presentabili".
Sì, ieri sera Fiorello è stato bravo e il suo spettacolo scoppiettante come al solito. Ma stavolta abbiamo riso davvero molto poco. E amaramente.
P.S. il disabile era il giornalista e scrittore Enzo Costa.
(Gabriella Corbo)
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